Dal 2005 al 2011 sono state, secondo le statistiche del ministero degli Interni, più di 138.379 le richieste d’asilo avanzate nelle apposite commissioni territoriali -situate a Bari, Caserta, Crotone, Foggia, Gorizia, Milano, Roma, Siracusa, Torino e Trapani e in alcune speciali: 64.759 hanno ricevuto lo status sottoforma di protezione umanitaria (la maggioranza, 35.723), protezione sussidiaria o status di rifugiato; 73.620 sono stati i richiedenti asilo che non hanno visto accogliere la richiesta[1] e sono stati quindi diniegati (vedi).
Nel 2011, in concomitanza con gli eventi della primavera araba, sono state presentate 37 mila domande d’asilo che segna il record per questo Paese, battendo anche il 2008 quando erano state presentate circa 31mila domande d’asilo. Nel 2010 le domande erano state solo 10mila, quindi nel 2011 c’è stata una crescita del 240%.
Sono 45,1 milioni i rifugiati nel mondo, secondo il rapporto dell’Unhcr riferito al 2012, mentre il totale dei rifugiati presenti in Europa è di circa 1,6 milioni di persone. L'Italia presenta cifre molto basse rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. La Germania ospita circa 580mila rifugiati ed il Regno Unito circa 290mila, mentre i Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente 80mila e i 160mila. In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 4,2 e gli 8,8 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 5, mentre in Italia appena 1 ogni 1.500 abitanti.
Rifugiati, Italia ultima tra i grandi paesi Ue per incidenza sulla popolazione
Secondo un'inchiesta di Eleonora Camilli su Redattore Sociale (24 ottobre 2013) i numeri dicono che tutti i paesi dell'Europa occidentale accolgono di più se si guarda il dato rispetto agli abitanti: l'Italia è quattordicesima, davanti ai soli paesi dell'est e alla Spagna
Stando ai numeri forniti da Eurostat (l'ufficio statistico dell'Unione europea) l'Italia è solo al sesto posto per numero di rifugiati accolti, con valori assoluti molto più bassi dei paesi più grandi. Ma i numeri dell’accoglienza sono ancor più sorprendenti se si guarda all’incidenza dei rifugiati sul totale della popolazione. In questo caso il nostro paese scivola, infatti, al 14esimo posto del’Ue a 28, ultimo tra le grandi nazioni dell’Unione europea esclusa la Spagna. In base alla popolazione hanno molti più rifugiati di noi Germania, Francia e Inghilterra ma anche paesi piccoli e lontani dal bacino del Mediterraneo come la Svezia, il Lussemburgo, l’Olanda, Cipro, il Belgio e l’Olanda. A guidare la classifica, basata sull’incidenza percentuale dei rifugiati sul totale degli abitanti è invece Malta, meta come l’Italia dei flussi via mare. Qui i rifugiati sul totale della popolazione sono quasi il 2 per cento.
Ma vediamo i numeri in dettaglio. Nel nostro paese nel 2012 sono stati accolti 64.779 rifugiati con un'incidenza sul totale della popolazione (60,8 milioni di abitanti) pari allo 0,1 per cento. La Germania accoglie dieci volte tanto, arrivando a quasi 600mila rifugiati (589.737) nel 2012, lo 0,72 per cento della popolazione tedesca. Il parallelo è ancor più sorprendente se si comparano i numeri con paesi a noi vicini e che hanno più meno la nostra stessa densità di popolazione.
In Francia, che ha un numero di abitanti poco superiore all'Italia (65milioni) nel 2012 si contano oltre 200 mila rifugiati (217.865) con un'incidenza pari allo 0,33 per cento: quasi tre volte e mezza i nostri numeri. Anche nel Regno Unito si registrano circa 150 mila presenze, centomila in più dell'Italia con un'incidenza pari allo 0,23. Ma a sorprendere è l’incidenza nei paesi più piccoli. A Malta che ha una popolazione di appena 417mila abitanti nel 2012 sono stati registrati 8.248 rifugiati, pari a quasi il 2 per cento della popolazione (1,97). Stesso vale per la Svezia (seconda nella classifica per incidenza sulla popolazione) che con 9,4 milioni di abitanti nel 2012 ha accolto 92.872 rifugiati e richiedenti asilo, quasi l'1 per cento (0,97) della popolazione, ovvero ben dieci volte in più dell'Italia. Anche l'Olanda, dove ci sono 16 milioni di abitanti, è riuscita ad accogliere diecimila rifugiati più di noi (74.598 con un'incidenza superiore a quella della Francia: 0,4 per cento). L’incidenza è superiore anche in Austria (0,6), Olanda (0.4), Lussemburgo (0,5), Finlandia e Irlanda. Anche Belgio e Cipro hanno un numero di rifugiati per abitanti superiore al nostro.
Tra le nazioni più grandi, invece, meno rifugiati per il totale della popolazione li ha soltanto laSpagna, che pur avendo oltre 46 milioni di abitanti si ferma a 4.510 rifugiati nel 2012, appena lo 0,009 per cento del totale. Sotto l’Italia restano, dunque, solo i paesi dell’est (Bulgaria, Romania, Ungheria, Slovacchia, Slovenia etc), e il Portogallo.
Rifugiati a Roma, almeno 2500 vivono per la strada o in case occupate
L’allarme lanciato da Medici per i Diritti Umani che assiste i senza dimora e riferisce che erano 1500 sei mesi prima. La situazione peggiora, aumenta il numero di coloro che non hanno un alloggio e non sono iscritti al sistema sanitario.
Sono almeno 2500 i rifugiati che nella capitale non hanno un posto in accoglienza, né una casa e vivono in baraccopoli oppure in grandi edifici occupati e sovraffollati. Ai grandi insediamenti occupati, come la Romanina dove si trovano alloggiate mille persone, la Collatina dove ce ne sono 500 e il palazzo dell’ex Ispra di Piazza Indipendenza che ne contiene 500 fra cui molte donne e bambini, si sono aggiunti tanti micro insediamenti con condizioni invivibili. Fra questi ultimi, Ponte Mammolo e Colle Oppio, dove ci sono rispettivamente 100 e 50 persone. Molti sono costretti a dormire nelle stazioni metropolitane come Termini e Ostiense.
A lanciare l’allarme è l’associazione Medici per i diritti Umani che opera prevalentemente nelle città di Roma e Firenze, dove assiste persone senza dimora. Secondo Medu si tratta di migranti forzati che però non riescono a entrare nei circuiti di accoglienza statali o comunali. I dati si basano sull’attività dell’unità mobile dell’associazione fino a fine 2013. La situazione è peggiorata in modo esponenziale, considerato che i numeri di giugno 2013 attestavano 1500 rifugiati costretti a vivere per la strada.
Sui 731 pazienti visitati dai Medici per i diritti umani tra la stazione Termini, la stazione Ostiense e il centro di prossimità di Tor Marancia, l’87% era di nazionalità non comunitaria e il 56% era richiedente asilo o titolare di protezione internazionale. Per quanto riguarda i paesi di provenienza, i più frequenti sono il Mali, il Gambia, la Guinea, la Costa d’Avorio, la Somalia e l’Eritrea. “ “Sono particolarmente significativi i dati delle stazioni Termini e Ostiense” spiega Alberto Barbieri, coordinatore di Medu. A Termini i pazienti titolari di protezione o richiedenti sono stati 72, pari al 44% del totale. Di questi, 30 erano richiedenti asilo, 22 avevano la protezione umanitaria, 12 quella sussidiaria e 8 l’asilo politico.
Alla stazione Ostiense 29 i richiedenti asilo, 7 con il permesso di soggiorno per motivi umanitari, 22 con lo status della protezione sussidiaria e 14 titolari dell’asilo politico. In totale 72 persone, cioè il 37% del totale pazienti di Ostiense, erano titolari o richiedenti asilo politico.
Nel complesso, risulta che la metà dei rifugiati incontrati da Medu per le strade di Roma non è iscritta al servizio sanitario nazionale, pur avendone diritto, nonostante la maggiorparte sia in Italia da più di sei mesi. “I tempi medi di attesa per iscriversi sono di due mesi, il diritto alla salute non è violato ma è comunque eroso, il sistema si presenta come una barriera invalicabile” continua Barbieri. Molti dei rifugiati visitati da Medu sono attesa di un posto in accoglienza e hanno già fatto domanda per questo allo sportello comunale di via Assisi.
“Questa situazione non è importante solo per Roma – precisa il coordinatore di Medu – la capitale è lo specchio del livello di accoglienza e di inclusione in Italia. Noi che lavoriamo per la strada vediamo una situazione davvero preoccupante. Almeno 2500 persone sono in condizione di precarietà abitativa, costretti a vivere in baraccopoli, tendopoli ed edifici occupati o sulla strada. Se si pensa a tutti i luoghi della vergogna, della mancata accoglienza che si sono succeduti a Roma negli ultimi vent'anni, come la Pantanella, l’Hotel Africa a Tiburtina, la buca di Ostiense con i rifugiati afgani, l'ex ambasciata somala di Via dei Villini, Selam Palace, l'edificio della Collatina, la baraccopoli di Ponte mammolo, i marciapiedi di Via marsala a Termini....sembra un deja vu. Questa città e questo paese non riescono a uscire dall’ottica emergenziale”.