Setta
La nozione di setta nel linguaggio corrente non è univoca: differenti livelli di analisi non bastano per testimoniarela diversità e la ricchezza di questo concetto. Molto spesso al suo interno vengono inclusi i nuovi movimenti religiosi.
Il termine setta deriva dal verbo seguire o tagliare. La definizione è già portatrice di una certa ambivalenza: “l’insieme di persone che fanno professione di una stessa dottrina” o “ che seguono una opinione accusata di eresia o di errore”[1]. In ogni caso le due origini inducono a pensare ad una credenza comune e contestualmente ad una rottura con una credenza antecedente.
Oggi questo termine trova un largo uso figurativo: la setta dei banchieri, dei giurati, dei PM, che per estensione indica un “gruppo ristretto di persone che si attribuisce speciali diritti e privilegi dai quali è rigidamente escluso chiunque non ne faccia parte”.
Un’altra nozione di setta la definisce in opposizione alla Chiesa: se quest’ultima è un’istituzione che privilegia l’allargamento e la diffusione della sua influenza, la setta è invece un gruppo che pone l’accento sull’intensità della relazione e della vita dei suoi membri[2].
[2] R. Boudon, F. Bourricaud, Dictionnaire critique de la sociologie, Paris, Puf, 2004.
Il linguaggio corrente è fortemente marcato da questa connotazione peggiorativa del termine setta, che ci conferma che oggi è molto diffuso un approccio fondato sulla pericolosità e sulla criminalità delle sette, tanto che il termine “settario” ha acquisito una connotazione negativa, e si applica spesso in riferimento ai membri di una setta caratterizzata da intolleranza e da adesione incondizionata.
Capita spesso che uno studioso venga invitato ad una trasmissione televisiva e gli si chieda se questo o quell’altro gruppo sia o meno una setta, quello che si vuole conoscere da lui è se il gruppo è pericoloso o se potrà in quest’ottica commettere dei crimini. E’ questo intrecciarsi e sovrapporsi fra significato criminologico e significato sociologico del termine[1] che crea ambiguità e mal informazione. Ed è per questa ragione che chi desidera mettere in guardia
Il loro sviluppo in anni recenti, come nel 1991 sottolineava M.I. Macioti , è avvenuto “probabilmente in funzione di rassicurazione verso l’ignoto, contro i timori derivanti dall’incontrollato sviluppo tecnologico, come esigenza di uscire dalla solitudine, di dare legittima cittadinanza a dimensioni diverse da quella materiale”[1]. Nell’ambito delle scienze sociali ci si riferisce ad essi con la locuzione nuovi movimenti religiosi , NMR e nell’ambito di questi studi ne sono state recensite diverse categorie: gruppi new age; alternativi; evangelici e pseudo-cattolici, apocalittici; neo-pagani; esoterici; satanici; guaritori, orientalisti; occultisti; psicanalitici; ufologici; sincretici.
Esistono poi gruppi, correnti, filoni, tendenze varie derivino da scissioni dalle religioni istituzionalizzate o con effervescenze del tutto autonome anche in aree tradizionalmente orientate verso la religione cristiana dominante come i Mormoni o i Testimoni di Geova o il Cammino neocatecumenale. Con riferimento ad essi il GRIS - Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa - preferisce riferirsi ai movimenti religiosi alternativi “in primo luogo perché alcuni dei movimenti sono tutt’altro che nuovi e, in secondo luogo, perché a noi questi movimenti interessano proprio nella misura in cui si pongono in alternativa al Cattolicesimo e costituiscono, pertanto, una sorta di minaccia alla fede dei nostri fratelli cattolici.”[2] Negli interventi della Chiesa Cattolica si è sviluppato un approccio più conservativo che utilizza la connotazione peggiorativa del termine setta per mettere in guardia i seguaci da eventuali raggiri e soprusi compiuti al loro interno.
Su questo elemento del raggiro e del plagio si fonda, anche al di fuori della Chiesa, l’idea della pericolosità dei NMR. Proprio intorno al bisogno di credere, di evadere, di cercare la speranza molti seguaci sono facilmente scivolati in situazioni di credulità e dipendenza; l’appartenenza incondizionata ai gruppi religiosi ha spesso generato distacco e chiusura verso l’esterno, addirittura nei confronti dei propri familiari. Su questa scia ci sono state diverse proposte di leggi anti-manipolazione mentale [3] che non hanno sempre raccolto consenso anche tra coloro che fanno parte del mondo delle associazioni di aiuto alle vittime, che si mostrano assolutamente contrarie all’approvazione di leggi anti-plagio. Allo stesso modo esponenti del mondo cattolico e protestante e studiosi delle religioni, sono contrari all’approvazione dei una legge a riguardo, in quanto limiterebbe l’esercizio della libertà religiosa arginando la complessità dei vissuti religiosi che i NMR racchiudono in sè.
[1] M.I. Macioti, Fede, mistero e magia. Lettere a un sensitivo, Bari,Dedalo, 1991.
[3] Si veda il DDL 569, Disposizioni concernenti il reato di manipolazione mentale, e la Proposta di introduzione dell’art. 613-bis, Manipolazione mentale, del Codice Penale.
Per le sette la locuzione che più si addice è quella di movimenti di rinnovamento religioso o nuovi movimenti religiosi (NMR) che abbracciano al loro interno correnti, gruppi e reti sociali a cui si fa riferimento.
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