Crisi migratoria
Si chiama così un flusso migratorio complesso e di larga scala che è il risultato di una crisi (guerre, calamità naturali, rivoluzioni) e che produce significative fragilità per i singoli individui e le comunità coinvolte. Una crisi migratoria può essere improvvisa oppure lenta al suo insorgere. Può avere cause naturali (siccità, terremoti, alluvioni) o dovute all’uomo (conflitti, pulizie etniche, ecc..) e può avere luogo all’interno di un paese o lungo i confini di più Stati. In questo tipo di crisi sono molte le tipologie di migranti coinvolti: rifugiati, lavoratori, persone in transito. Inoltre può trattarsi di un fenomeno misto che coinvolge sia migranti intrappolati in un Paese non più sicuro dal quale non possono raggiungere il Paese d’origine, sia migranti che riescono a fuggire in un paese terzo e confinante, ma nel quale comunque risultano essere bloccati, nell’impossibilità di raggiungere quello d’origine. (E’ stato questo ad esempio il caso della crisi migratoria originata dalla guerra in Libia)
L’espressione è usata da Ong come l’Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni). L’Oim ne parla all’interno del rapporto sulla guerra in Libia, intitolato: “Migrants Caught in Crisis: the IOM Experience in Libya”. [1] Durante la crisi libica, 790mila migranti, cittadini di paesi terzi, hanno lasciato il Paese sotto le bombe della coalizione Nato, riversandosi per il 96% sugli Stati confinanti come Tunisia ed Egitto o su altri Stati africani, il 4% ha raggiunto l’Europa su imbarcazioni di fortuna. (Per i dati esatti cfr. la voce Esodo biblico).
La crisi migratoria libica è stata una delle più grandi della storia moderna. Prima di questa, un’altra di dimensioni imponenti ha riguardato l’evacuazione di 250mila migranti durante la prima guerra del Golfo. Non si tratta comunque di un fenomeno nuovo. Nel 2006, circa 35mila migranti furono evacuati dal Libano durante la guerra con Israele.
Prima della guerra, in Libia c’erano 1,8 milioni di lavoratori migranti. 790mila di loro sono fuggiti. La crisi migratoria dovuta alla guerra in Libia ha avuto ripercussioni imponenti su Egitto e Tunisia, sulla stessa Libia post-bellica dove manca manodopera per la ricostruzione e sui tanti Stati da cui provenivano i migranti che lavoravano in Libia. Si calcola che nel 2010 le rimesse dei lavoratori migranti in Libia destinate ai Paesi d’origine ammontassero a un miliardo di dollari. Il ritorno dei migranti in patria potrebbe dunque influire negativamente sullo sviluppo di Paesi come il Chad e il Niger, dove complessivamente sono tornate 180.500 persone.