LGBT è un acronimo di origine anglosassone che tiene insieme le parole lesbica, gay, bisessuale e transgender/transessuale. A volte si declina anche come LGBTQI, comprendendo le persone che vivono una condizione intersessuale e il termine queer.
Per le parole lesbica, gay e transessuale/transgender si rimanda alle rispettive voci. Bisessuale, secondo i glossari stilati dalle associazioni LGBT, è la persona che sceglie di vivere relazioni affettive, di intimità e sessuali con partner sia del proprio che dell’altro sesso biologico. La bisessualità è un orientamento sessuale, “non coinvolge l’identità di genere; la persona vive in modo soddisfacente la propria appartenenza al genere maschile o femminile e non ha alcuna intenzione di intervenire per modificare i propri caratteri sessuali”[1].
Queer invece è un termine inglese che significa strano, insolito. Veniva usato in passato in senso spregiativo nei confronti degli omosessuali, ma è stato ripreso in tempi recenti in chiave politico/culturale e rovesciato in positivo da una parte del movimento LGBT per indicare tutte le sfaccettature dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, rifiutando al tempo stesso le categorie più rigidamente fissate ancora presenti nel termine LGBT e rivendicandone il superamento[2].
Intersessuale è infine la persona che nasce con i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non definibili come esclusivamente maschili o femminili.
[1] Glossario dell'Associazione Libellula, www.libellula2001.it
[2] Comune di Torino, Pari Opportunità e Politiche di Genere, Glossario LGBT, www.comune-torino.it
L’acronimo LGBT trova largo consenso a livello internazionale ed italiano, è utilizzato dalle organizzazioni della società civile e nel lessico delle istituzioni europee.
Rappresenta infatti per attivisti e attiviste dei movimenti per i diritti civili una formula più inclusiva, come si può notare per esempio dalla sostituzione progressiva di Gay Pride con LGBT Pride.
L'inserimento della voce queer all'interno della sigla non mette invece d'accordo tutti i rami del movimento. Afferma per esempio Cristina Gramolini di Arcilesbica: mentre LGBT “consente a soggettività non riassumibili in un unico tipo di esprimere esperienze diverse”, da qualche anno “le manifestazioni del Pride presentano l’acronimo LGBTQ, aggiungendo il queer come se fosse una nuova soggettività, quella disidentificata, e non il superamento degli identitarismi”. La sigla si trova quindi talvolta anche ampliata in LGBTI, senza Q.
In forma abbreviata o estesa, si tratta tuttavia del termine-ombrello più apprezzato dalla comunità per l'espressione di problematiche e istanze che uniscono diverse sfaccettature e incarnazioni di identità di genere e orientamento sessuale, in particolare di fronte alla persistenza di pesanti discriminazioni (vedi Omofobia).