Adozione gay
Adozioni gay è l’espressione più spesso utilizzata per parlare dell’adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso, gay e lesbiche.
In molti paesi europei – tra cui il Regno Unito, la Spagna, la Svezia, il Belgio, l’Olanda, la Francia – l’adozione da parte di coppie omosessuali è consentita. In alcuni paesi – come la Germania, la Norvegia, la Danimarca e la Finlandia – la legge prevede la possibilità per un partner di adottare i figli avuti dall’altro partner in un’unione precedente.
La Corte Europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza del 24 gennaio 2008, ha riconosciuto il diritto degli omosessuali a essere genitori, condannando la Francia per aver negato a una lesbica la possibilità di accedere all’istituto dell’adozione. Un simile rifiuto infatti, ha stabilito la Corte, costituisce una violazione dell'articolo 14 (divieto di discriminazione) e dell'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo.
In Italia, l’adozione di minori è consentita solo alle coppie coniugate. E poiché l’istituto del matrimonio è precluso agli omosessuali (vedi Coppia di fatto), questi restano esclusi anche dalla disciplina delle adozioni.
Il tema delle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso si intreccia nel discorso politico e giornalistico con quello dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, delle unioni civili e delle nuove famiglie, le cosiddette “famiglie arcobaleno”.
L’adozione è uno degli argomenti più usati da parte dell’opinione pubblica contraria all’estensione alle coppie omosessuali del diritto a contrarre matrimonio. A causa della confusione che regna intorno a questo argomento non facile, lo spauracchio delle adozioni viene spesso agitato anche di fronte alle proposte di legge sulle unioni civili. Il clima in cui si svolge la discussione è inoltre frequentemente segnato da una forte contrapposizione ideologica tra favorevoli e contrari, che tende a sbiadire le distinzioni tra i concetti e a sovrastare gli argomenti degli esperti.
Va invece ricordato che parlare dell’adozione di un minore da parte di una coppia o di un genitore omosessuale può significare cose diverse. Si può parlare di tre macroesperienze: “un genitore che ‘si scopre’ omosessuale dopo aver contratto matrimonio (eterosessuale) e messo alla luce dei figli”[1], da cui discende l’ipotesi dell’adozione del figlio da parte del nuovo partner omosessuale; “l’aspirazione della coppia gay o lesbica ad avere un figlio”, che apre da un lato al problema della procreazione medicalmente assistita e della gestazione di sostegno (maternità surrogata), dall’altro a quello dell’adozione di un figlio (non naturale) da parte di una coppia omosessuale[2]; l’adozione da parte di un/a single omosessuale.
Sono numerosi i luoghi comuni che condizionano le opinioni contrarie alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Il più frequente è che un bambino ha bisogno di una figura maschile e di una femminile, come condizione fondamentale per la completezza dell’equilibrio psicologico.
Questa affermazione è però contraddetta dalla letteratura scientifica. Nessuna ricerca ha fino ad oggi falsificato i risultati degli studi dell’American Psychoanalytic Association, dall’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry e dall’American Academy of Pediatrics, secondo cui i genitori omosessuali sono competenti esattamente come quelli eterosessuali e che l’uguaglianza di sesso tra i partner non pregiudica minimamente lo sviluppo psicologico e psicosessuale dei figli. Anche l’Associazione Italiana di psicologia si è espressa a riguardo, affermando che né il numero né il genere dei genitori possono garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano.
Le condizioni importanti per la crescita di un figlio non riguardano insomma l’orientamento sessuale e la struttura della parentale, ma la qualità delle relazioni[3].
Altro pregiudizio diffuso è che i figli di genitori omosessuali diventeranno omosessuali. “E’ una stupidaggine”, dice Mancuso, “perché ovviamente l’omosessualità non si trasmette!”. Inoltre, decenni di studi condotti su bambini allevati da coppie gay o lesbiche dimostrano che, a livello statistico, i casi di omosessualità non sono più frequenti tra questi che tra i bambini allevati da coppie eterosessuali.
[1] Winkler e G. Strazio, L’abominevole diritto. Gay e lesbiche, giudici e legislatori, Milano 2011, Il Saggiatore, p. 197.
[3] Chiara Lalli, Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay, il Saggiatore, Milano 2009.
In Italia, i bambini con genitori omosessuali si calcola che siano circa 100.000. Secondo i dati di una ricerca del 2005 condotta da Arcigay con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità[1], il 17,7% dei gay e il 20,5% delle lesbiche con più di 40 anni ha almeno un figlio. Considerando tutte le fasce d’età, una persona omosessuale su 20 (gay e lesbiche) è genitore/trice. Il 49% delle coppie omosessuali vorrebbe avere un figlio.
La maggioranza dei gay e delle lesbiche che desiderano figli vorrebbe poterli adottare (il 59% dei primi e il 47% delle seconde). Mentre percentuali minori (8% e 26%) vorrebbero ricorrere a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Poiché in Italia non è possibile praticarla alle coppie omosessuali, è sconosciuto il numero di persone che vi fanno ricorso recandosi in altri paesi europei.
[1] Arcigay, Modi.di - Ricerca nazionale sulla salute di lesbiche, gay e bisessuali, 2005.
Adozioni da parte di coppie dello stesso sesso
Adozioni gay rappresenta una semplificazione: esclude le donne lesbiche e suggerisce l'idea di un istituto a parte, differente da quello dell'adozione da parte di coppie eterosessuali.
La «vie en rose» dei gay di Francia: Ora potranno sposarsi e adottare
La Francia secondo Hollande sarà un Paese per famiglie gay, meno discriminazioni. «Dal 1 settembre 2013 in Francia sarà possibile anche per le coppie omosessuali, senza alcuna discriminazione sposarsi legalmente e adottare dei figli».
[...] D’ora in poi anche gli omosessuali potranno adottare bambini, e indietro non si torna. Due mamme, due papà, una società che cambia, gli altri bambini a scuola che ti prendono in giro, la difficoltà di spiegare, di far comprendere. Una scelta delicatissima e coraggiosa da affrontare, che divide.
(quotidiano nazionale, 4 luglio 2012)
Da notare in questo caso la descrizione apparentemente neutra, in realtà fortemente connotata in negativo, del cambiamento che avanza: difficoltà per i minori sia all'interno della famiglia sia all'esterno, nei rapporti con gli altri bambini e il contesto allargato della società.
Viene inoltre utilizzata l'espressione "famiglia gay", che suggerisce l'idea che tutti i componenti del nucleo siano omosessuali, rafforzando il luogo comune per cui chi cresce in una famiglia con genitori dello stesso sesso svilupperà a sua volta un orientamento omosessuale.