L’orientamento sessuale è l’attrazione erotica ed affettiva per un sesso o per l’altro o per entrambi, per cui si parla rispettivamente di omosessuale, eterosessuale, bisessuale (vedi anche LGBT). In alcuni casi vengono considerati orientamenti sessuali anche l'asessualità (la scarsa o nulla attrazione verso persone sia del sesso opposto sia dello stesso sesso), e la pansessualità, che prescinde dall’orientamento e dall’identità di genere delle persone da cui si è attratti, e la polisessualità, che presuppone una visione meno limitata dell'orientamento sessuale rifiutando l’esistenza di due soli generi, maschile e femminile.
Orientamento sessuale è un concetto che va distinto da quelli di sesso biologico, identità di genere e ruolo di genere, rispettivamente legati alla fisiologia sessuale, all’identificazione come uomo o donna e alle norme sociali sul comportamento di uomini e donne.
Orientamento sessuale rimanda all’idea di una certa stabilità nelle forme d’attrazione sessuale, all’idea che la personalità si organizzi in modo duraturo, per quanto sempre esposto al mutamento. “Molti ritengono che tale orientamento emerga presto nella vita di un individuo, sia immutabile o per lo meno assai stabile, e che il processo del coming out consista nel riconoscere questo orientamento, nel portarlo alla luce del giorno, nel renderlo coerente con i propri comportamenti, nel definire la propria identità”[1].
Esistono termini, spesso utilizzati come sinonimi, che pongono invece maggiormente l’enfasi sulla fluidità di questa disposizione, vissuta come meno ineluttabile, come preferenza o scelta sessuale.
Secondo Barbagli e Colombo, “fluida può essere in primo luogo l’identità, perché nel corso di pochi anni si può passare non solo dall’etero all’omosessualità, ma anche da quest’ultima alla bisessualità. Fluido può essere il comportamento sessuale, perché nel corso del tempo si possono alternare rapporti con persone dello stesso sesso e di sesso diverso. Fluido può essere infine (anche se in misura molto minore) l’orientamento sessuale, perché può ad esempio succedere che, dopo essere stato attratto solo o esclusivamente da donne, un uomo inizi a desiderare altri uomini”[2].
La maggior parte degli esperti scoraggiano però l’uso di scelta e preferenza, in quest'ambito: “Sotteso all’uso del termine preferenza sessuale c’è l’ipotesi che l’essere gay sia una scelta e che dunque la persona possa essere aiutata a cambiare. L’essere gay non è assolutamente una scelta e l’orientamento omosessuale non può essere modificato in eterosessuale come sostenuto dagli esponenti delle cosiddette terapie riparative: esse, sostenendo che l’omosessualità sia una patologia, affermano che sia possibile modificare l’orientamento sessuale delle persone gay, con potenziali gravi conseguenze sul piano psichico”[3].
La Chiesa cattolica distingue tra la tendenza omosessuale, che è pre-morale perché non è modificabile, ed è considerata una disposizione patologica (vedi Malattia), e il comportamento omosessuale (gli atti sessuali), che appartiene alla sfera della volontà, della responsabilità morale della persona umana, che quindi può (e secondo la dottrina cattolica deve) decidere di non cedere alle proprie tendenze e di conformarsi ai precetti religiosi.
L’idea dell’omosessualità come patologia è compattamente rifiutata da tutti i movimenti Lgbt. Su opzioni linguistiche come preferenza sessuale esiste una qualche discussione. Orientamento sessuale è comunque la dicitura più diffusa, adottata sia nella letteratura scientifica sia dal lessico delle politiche antidiscriminarorie.
[1] M. Barbagli e A. Colombo, Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, il Mulino, Bologna 2007, pp. 20-21.
[3] P. Valerio, A.L. Amodeo, C. Scandurra, Una guida dei termini “politicamente corretti” quando si parla di persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Università degli Studi di Napoli Federico II.
Sotteso all‟uso del termine “preferenza sessuale” c‟è l‟ipotesi che l‟essere gay sia una scelta e che dun-que la persona possa essere aiutata a cam-biare. L‟essere gay non è assolutamente una scelta e l‟orientamento omo-sessuale non può es-sere modificato in e-terosessuale come so-stenuto dagli espo-nenti delle cosiddette terapie riparative: es-se, sostenendo che l‟omosessualità sia una patologia, affer-mano che sia possibi-le modificare
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l‟orientamento sessu-ale delle persone gay, con potenziali gravi conseguenze sul pia-no psichico. Queste terapie sono state considerate non eti-che dalle organizza-zioni internazionali più autorevoli per la salute mentale (APA, CNOP).