Categoria a rischio
La fase iniziale dell’epidemia da Hiv è stata caratterizzata da confusione, scarse informazioni, talvolta anche errate, e paura. In questo contesto, negli anni ’80, è nata la definizione di “categorie a rischio”, riferita a omosessuali, tossicodipendenti, prostitute. Si tratta di una definizione ormai obsoleta, che non viene più usata nei documenti ufficiali delle organizzazioni internazionali. Il rischio non sta nell’appartenere a determinati gruppi, quanto nei comportamenti adottati. Per questo oggi nei documenti ufficiali si parla di “comportamenti a rischio” e di “popolazioni vulnerabili” oppure di “popolazioni chiave” (key populations).
Nonostante la definizione “categorie a rischio” non si trovi nei documenti ufficiali da oltre 20 anni, essa viene spesso utilizzata dai media. Questo favorisce il permanere del luogo comune secondo cui interi gruppi di persone - omosessuali, immigrati, tossicodipendenti o chi ha rapporti sessuali con prostitute – siano più “colpiti” dall’'Hiv. Ciò non corrisponde alla realtà: ogni persona può contrarre il virus se non si attiene alle norme di prevenzione, come preservativi e uso di siringhe monouso. Per questo non è corretto parlare e scrivere di persone o categorie a rischio di contrarre l’Hiv
Dagli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità [1]” risulta che, tra gli italiani, le nuove diagnosi da Hiv sono più frequenti nei Msm (uomini che fanno sesso con uomini). Tra gli stranieri, invece, le nuove diagnosi sono più numerose negli eterosessuali femmine.
Nel 2013, la maggioranza delle nuove diagnosi di Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 44,5 %; Msm 39,4 %). Tra gli stranieri, la quota maggiore di casi è costituita da eterosessuali femmine (38,3 %), mentre tra gli italiani da Msm (45,9 %).
Dalla metà degli anni '80 a oggi la distribuzione delle nuove diagnosi di infezione da Hiv per modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento: la proporzione di Idu (Injective Drug Users, persone che assumono droghe per via iniettiva) è diminuita dal 76,2 per cento nel 1985 al 4,5 % nel 2013, mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale. In particolare, i casi attribuibili a trasmissione nell’ambito di rapporti eterosessuali sono aumentati dall’1,7 % nel 1985 al 44,5 % nel 2013 e i casi attribuibili a trasmissione tra Msm, nello stesso periodo, sono aumentati dal 6,3 % al 39,4 %.
[1] Aggiornamento delle nuove diagnosi da Hiv e dei nuovi casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2013 ” redatto dal Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Scaricabile dal link: http://www.iss.it/binary/ccoa/cont/Dicembre_2014_rev.pdf
In alternativa a "categorie a rischio" è corretto indicare le persone che attuano comportamenti a rischio usando i seguenti termini:
Popolazioni vulnerabili per indicare gruppi caratterizzati da una condizione di vulnerabilità all'Hiv causata della difficoltà, per stigmatizzazione e/o criminalizzazione, di accesso alle strutture sanitarie e agli strumenti di prevenzione: preservativi e siringhe sterili. Secondo Unaids (agenzia dell’Onu per la lotta all’Aids), sono popolazioni vulnerabili principalmente: sex workers (lavoratrici e lavoratori del sesso); Msm (men having sex with men, uomini che fanno sesso con uomini), Pwid (People who inject drugs, persone che usano droghe per via iniettiva), migranti, detenuti.
Popolazioni chiave. Sono così definite da Unaids le persone o gruppi che "a causa di specifici comportamenti ad alto rischio, sono ad aumentato rischio di HIV, indipendentemente dal tipo epidemia o contesto locale”.
Persone che usano droghe per via iniettiva
Msm (Men who have Sex with Men). L'’acronimo Msm, comprende qualsiasi uomo che ha relazioni sessuali con altri uomini, indipendentemente da come egli si identifica (eterosessuale, omosessuale, bisessuale). E' stato creato dagli epidemiologi nel 1990.
Aids, crescono i numeri dell'epidemia tra le categorie a rischio: le difficoltà della prevenzione ai tempi dell'omofobia
[…] Nel tentativo di porre un freno a questa preoccupante tendenza, per la prima volta l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto sapere che "raccomanda vivamente" agli omosessuali, categoria tra quelle ad alto rischio, l'assunzione a titolo preventivo di farmaci antiretrovirali contro l'HIV, da utilizzare in ovvia concomitanza con il preservativo. Noto con il nome di profilassi pre-esposizione (PrEP), questo metodo permette a coloro che non soffrono di immunodeficienza ma che sono a rischio infezione di abbassare notevolmente le possibilità di contagio.
Sito di un quotidiano nazionale, 11 luglio 2014
Aids: in Toscana eterosessuali a rischio
Sono gli eterosessuali, in Toscana, la categoria più a rischio nella trasmissione di Aids e Hiv. È quanto emerge dai dati dell'Agenzia regionale di sanità, che saranno presentati in un convegno domani a Firenze. Tra il 2009 e il 2011 in Toscana l'80,4% dei nuovi casi ha contratto il virus Hiv per via sessuale, il 47,5%, oltre la metà, per via eterosessuale. Nel triennio 2009-2011 sono state 824 le nuove diagnosi di infezione Hiv: 79% maschi, il 55% nella fascia 35-59 anni.
Agenzia nazionale, 27 novembre 2012
I due articoli, che indicano come “categoria a rischio” di contrarre l’Hiv rispettivamente gli omosessuali e poi gli eterosessuali a distanza di pochi mesi, non solo si contraddicono, ma entrambi veicolano informazioni imprecise. Come si è detto, non esistono “categorie a rischio” ma “comportamenti a rischio”. Indicare gli omosessuali come “categoria a rischio” ha l’effetto di stigmatizzare un intero gruppo sociale generalizzando comportamenti rischiosi tenuti da alcuni di coloro che ne fanno parte. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) riferiti al 2013, nell’ambito delle nuove infezioni causate da rapporti sessuali non protetti, gli eterosessuali che hanno contratto il virus sono stati il 44,5%, mentre i Msm il 39,4%. Risulta che in Italia i Msm, sono una “popolazione chiave” per l’alta percentuale di persone con Hiv, tuttavia, in assoluto, il numero di persone eterosessuali che hanno contratto il virus nel 2013 risulta superiore a quello dei Msm.