Passeggiatrice indica la lavoratrice sessuale che esercita sulle strade e in altri luoghi pubblici, richiamandone l’abitudine a camminare avanti e indietro su brevi tratti di marciapiede per attirare l’attenzione dei clienti.
Implicitamente, fa riferimento anche all’organizzazione tradizionale dello spazio urbano, in cui le donne “per bene” evitavano di percorrere da sole le strade pubbliche e di sostarvi mettendo a repentaglio la propria rispettabilità; le donne in strada si identificano così con la categoria delle prostitute, e il loro passeggiare ne diventa un elemento caratteristico.
A differenza di altri sinonimi più antiquati o che sono stati espulsi dal linguaggio corrente della comunicazione (es. peripatetica, stradaiola o donna di facili costumi) , è una parola che compare con una discreta frequenza – per quanto molto ridotta rispetto a lucciola e prostituta – anche nel giornalismo di cronaca.
È impiegato sia a fini stilistici, per variare il lessico ed evitare ripetizioni, sia a fini eufemistici, per mettere al riparo il discorso dalle associazioni più dirette e materiali con la realtà del mercato del sesso. È infatti un termine dal sapore più antico e pittoresco, ed è non casualmente riportato spesso tra virgolette.
Come lucciola, è un termine da usare con cautela e consapevolezza.