La tratta di donne e minori a scopo di sfruttamento sessuale è un’attività delittuosa che consiste nel trasferire le vittime dal territorio di uno stato a quello di un altro stato, o in località diverse da quella di residenza, per avviarle alla prostituzione.
Il fenomeno della tratta di donne da destinare alla prostituzione è andato intensificandosi in Italia soprattutto a partire dagli anni ’90, parallelamente a quello della prostituzione migrante, ossia ai flussi di donne adulte (e di persone transessuali) che migrano da un paese all'altro per lavorare nel mercato del sesso. Ed entrambi i fenomeni si sono sviluppati a fianco di quello numericamente più consistente: lo smuggling, ossia l’oltrepassamento non autorizzato dei confini nazionali, favorito da figure di "passatori" (smuggler) incaricati dietro compenso di aiutare i migranti irregolari a varcare le frontiere illegalmente.
Trafficking (tratta) e smuggling (traffico) – che spesso vengono confusi - sono fenomeni diversi perché nel primo caso il trafficante o l’organizzazione criminale che gestisce le operazioni di trasporto opera con l'inganno o con la violenza, assoggetta le vittime a un potere coercitivo e le sfrutta sessualmente o lavorativamente (o comunque ne trae profitto, per esempio vendendole ad altri trafficanti). Ciò che distingue il secondo termine è la presenza di un consenso e di una partecipazione attiva da parte del soggetto migrante che, pur andando incontro a molte forme di violenza e di frode, si affida volontariamente e consapevolmente all’organizzazione che gestisce il traffico.
Il confine è tuttavia spesso molto labile, ed esistono forme di smuggling che si tramutano in trafficking quando, per esempio, le organizzazioni che gestiscono i due tipi di attività coincidono in tutto o in parte, oppure quando i/le migranti che hanno fatto ingresso illegalmente nel paese diventano successivamente vittime di sfruttamento sessuale o lavorativo.
Le vittime di tratta prese in carico dai programmi di protezione ex art. 18 del Testo Unico sull’immigrazione (Dlgs 286/98) sono state 14.370 tra il 2000 e il 2006, 1069 nell’anno 2008/2009 (avviso 8)[1], 1.952 nell’anno 2010/2011 (avviso 11)[2].
In base alla rilevazione più recente (progetti 2010/2011), le persone accolte nei programmi di protezione sono per quasi la metà di nazionalità nigeriana (48,7%), seguite dalle vittime rumene (10,1%), marocchine (6,6%), albanesi (1,9%) e poi da moldave, russe, ucraine.
Si tratta in maggioranza di persone adulte, donne per 2/3 (1/3 è rappresentato da uomini e persone transessuali), sfruttate principalmente nell’area della prostituzione coatta (71,7%). Gli uomini sono sfruttati perlopiù sul versante lavorativo, nell’accattonaggio e nelle economie illegali (es. spaccio di droga in maniera coercitiva per altri).
[1] Gli Avvisi (con un numero progressivo a fianco) sono i bandi di gara annuali che il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri emana per la gestione dei servizi territoriali di protezione sociale.
[2] Associazione Parsec: elaborazione su dati del Dipartimento per le Pari Opportunità.