Sicurezza
Con il termine “sicurezza” ci si riferisce qui alle misure decise dalla politica, sia dal parlamento sia dagli enti locali, dal 2007 in poi, apparentemente per rendere ‘più sicura’ la vita dei cittadini. Si tratta di provvedimenti che prendono le mosse dall’allarme sociale generato dall’amplificazione mediatica di alcuni eclatanti casi di cronaca. L’obiettivo è venire incontro non tanto a un bisogno di sicurezza dimostrato e dimostrabile, quanto alla semplice ‘percezione’ di insicurezza da parte dei cittadini, rilevata attraverso sondaggi di opinione.
Si è parlato a riguardo di politica della paura che ha stabilito un nesso causale fra le politiche migratorie e la questione della sicurezza. “Grazie alla sovra-rappresentazione degli episodi di criminalità commessi da cittadini di origine straniera, la stampa contribuisce in modo irresponsabile a veicolare l’idea secondo la quale “la questione” all’ordine del giorno nel nostro paese è quella della sicurezza e che il rimedio necessario è l’adozione di norme vessatorie nei confronti dei cittadini stranieri”[1] scrive Grazia Naletto nel libro Sicurezza di chi? La tesi sostenuta nel volume è che per la prima volta nella storia repubblicana la strumentalizzazione del tema della sicurezza legittima il razzismo e mina i fondamenti della Costituzione, con l’obiettivo di nascondere i problemi reali come la crisi economica e sociale.
Con i pacchetti sicurezza prende piede un ‘diritto speciale’ [2] (e dunque discriminatorio) per i migranti con forme di razzismo istituzionale (vedi), detto anche razzismo democratico . Un episodio che molti autori vedono come l’inizio del giro di vite sui migranti è la pubblicazione il 7 maggio 2007, in prima pagina su un noto quotidiano nazionale della lettera di un lettore, Claudio Poverini, dal titolo “Aiuto sono di sinistra ma sto diventando razzista”, seguita dalla risposta sotto forma di lettera aperta dell’allora sindaco di Roma Walter Veltroni. Si apre una nuova fase di politica sicuritaria dei partiti di sinistra, che inseguono la destra per cercare consenso su questo terreno. Secondo Naletto c’è un legame tra le cronache di omicidi come quello della signora Reggiani a Roma e l’escalation di dichiarazioni, atti e comportamenti violenti e xenofobi, come il pogrom di Ponticelli o i raid razzisti a Roma contro i bengalesi.
Le nuove politiche sono inaugurate dai Patti della sicurezza di Giuliano Amato nel maggio 2007, che segnano la trasformazione del sindaco da rappresentante dei cittadini a tutore della sicurezza urbana. Inizia la fase delle ordinanze dei sindaci, che contro il ‘degrado’ danno la caccia ai lavavetri e impongono divieti a sedersi sulle panchine (vedi bivacco). Seguono i “pacchetti sicurezza” del governo Berlusconi, dal 2008 al 2011. Del primo pacchetto sicurezza facevano parte un decreto legge, due disegni di legge, tre decreti legislativi. Il decreto legge n. 92, convertito in legge 24 luglio 2008, n. 125 fu varato per "contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata". Ha introdotto le seguenti novità[3]:
- maggiori poteri ai sindaci;
- militari con poteri di polizia nelle città;
- specifica collaborazione tra polizia municipale e Polizia di Stato in caso di interventi in flagranza di reato, nell'ambito dei piani coordinati di controllo del territorio;
- l'introduzione di una nuova circostanza aggravante per i reati: la clandestinità;
- pena della reclusione fino a sei anni per falsa attestazione o dichiarazione di identità ad un pubblico ufficiale;
- condanna da sei mesi a tre anni per chi ceda "a titolo oneroso un immobile di cui abbia la disponibilità ad un cittadino straniero irregolarmente soggiornante nel territorio dello Stato" e confisca dell'immobile stesso tranne nel caso che appartenga a persona estranea al reato;
- nuova denominazione del cosiddetto cpt che diventa "centro di identificazione ed espulsione";
- possibilità per il procuratore nazionale antimafia di disporre "l’applicazione temporanea di magistrati della direzione nazionale antimafia alle procure distrettuali per la trattazione di singoli procedimenti di prevenzione patrimoniale".
I due disegni di legge hanno completato l'iter parlamentare e sono leggi in vigore, in particolare le Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Legge 15 luglio 2009, n. 94 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2009). Questa legge viene ricordata in particolare per avere introdotto il cosiddetto reato di ‘immigrazione clandestina’ (come è stato ribattezzato dalla stampa, vedi anche clandestino) e le ronde di cittadini, cioè la “possibilità per i sindaci di avvalersi della collaborazione di associazioni (formate principalmente da ex appartenenti alle forze dell'ordine) di cittadini non armati in grado di segnalare casi di disagio sociale o che rechino pregiudizio alla sicurezza (c.d. ronde cittadine); l’estensione del tempo massimo di detenzione amministrativa nei Cie a un massimo di 180 giorni (sei mesi) e, per limitare i ‘matrimoni d’interesse’, ha impedito le nozze ai migranti irregolari. La Corte di giustizia dell’Unione europea con la sentenza El Dridi nel 2011 ha bocciato la norma che prevede il reato di clandestinità, nella parte che punisce con la reclusione gli immigrati irregolari (resta come aggravante per altri crimini). La norma – spiegano i giudici – è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri. A livello internazionale viene sconfessato il carcere come ‘punizione’ non per avere commesso un crimine ma per quello che si è: migranti. Altre due bocciature arrivano dalla Corte Costituzionale che ha infatti dichiarato illegittimi gli ampli poteri di ordinanza dei sindaci che si sono tradotti in divieti anti-accattonaggio o anti-lucciole in numerose città d’Italia. Secondo la Consulta l’ “assenza di una valida base legislativa” nell’amplio potere di ordinanza conferito ai sindaci non solo “incide negativamente sulla garanzia di imparzialità della pubblica amministrazione” ma – afferma la Consulta – lede anche il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (art. 3 della Costituzione). Il principio di eguaglianza viene violato in quanto, sottolinea la Corte, “gli stessi comportamenti potrebbero essere ritenuti variamente leciti o illeciti, a seconda delle numerose frazioni del territorio nazionale rappresentate dagli ambiti di competenza dei sindaci”. La Consulta ha anche annullato la norma che vietava i matrimoni agli irregolari perché la condizione di immigrato o immigrata irregolare di per sé non può essere un ostacolo alla celebrazione delle nozze con un cittadino o una cittadina italiana. Per la Corte Costituzionale, la ''condizione giuridica dello straniero non deve essere considerata come causa ammissibile di trattamenti diversificati e peggiorativi''. ''E' evidente - rimarca la sentenza - che la limitazione al diritto dello straniero a contrarre matrimonio nel nostro Paese si traduce anche in una compressione del corrispondente diritto del cittadino o della cittadina italiana che tale diritto intende esercitare''.
[1] Naletto G. (a cura di) , Sicurezza di chi? edizioni dell’Asino 2008 pag. 6
L’emergere del razzismo ‘democratico’ o ‘rispettabile’, la politica della paura, i patti per le città sicure e i pacchetti sicurezza, i sindaci sceriffi, fanno parte di un unico filo secondo l’antropologa Annamaria Rivera[1]. I mezzi di informazione hanno contribuito a questa trama, costruendo un capro espiatorio (i migranti) “al quale imputare gli effetti di crisi, sofferenze e tensioni sociali” e il mito degli ‘italiani brava gente’ ha impedito di vedere i germi della discriminazione e del razzismo. [2]
L’informazione sull’immigrazione in Italia viene considerata da Marcello Maneri “un caso estremo nel panorama europeo”. [3] proprio perché il tema della criminalità occupa un posto d’onore sia per il numero di notizie, sia perché costituisce il frame interpretativo anche di altre notizie come gli arrivi o l’integrazione. “Il cappello tematico che è prevalso sugli altri e che ne sintetizza il discorso è quello della ‘sicurezza’- un modo allusivo di chiamare l’ossessione per la criminalità degli immigrati – che può includere qualsiasi cosa, che preveda reati oppure no: dalla violenza sessuale agli insediamenti di senza fissa dimora, dall’omicidio alla prostituzione, dallo spaccio al commercio ambulante”. Si producono cosi degli stereotipi negativi come il vu cumprà il lavavetri, l’extracomunitario, il clandestino, i nomadi del campo, ecc… “Negli altri paesi europei ciò accade solitamente nella stampa popolare a vocazione populistica, che individua dei folk devils, li qualifica cond egli epiteti e li contrappone retoricamente al prototipo ipertipico del cittadino rispettabile- continua Maneri - In Italia, seppur con accenti diversi, questi stereotipi stigmatizzati costituiscono invece presenze regolari nei notiziari televisivi e nelle pagine locali della stampa mainstream e vengono promossi nelle pagine nazionali e in prima pagina , o nell’apertura di un Tg, in occasione dei ricorrenti episodi di panico morale o quando la polemica politica accende autonomamente i riflettori sul tema”. Queste vengono definite da Maneri ‘icone negative del mito popolare’, le quali sono accompagnate da una tematizzazione che ‘etnicizza’ tutto ciò che è problematico, negativo e minaccioso attraverso differenti strategie di generalizzazione. Per cui gli extracomunitari sono tutti clandestini e i clandestini sono tutti delinquenti, gli islamici sono tutti fondamentalisti, i nomadi sono tutti ladri e via dicendo.
“Una volta generalizzati, stigmatizzati, de-umanizzati – spiega ancora il sociologo - gli immigrati appaiono come una nuova “razza senza razza”, esseri che sono naturalmente diversi in modo rigido e permanente”. A tal proposito, scrive Giuseppe Faso: “il linguaggio dei media si rivela funzionale alla costruzione di un’immagine distorta, negativa, stigmatizzante, spesso deumanizzante dello straniero: ed è una modalità di fondamentale importanza nella riproduzione sociale del razzismo”. Secondo Faso, autore di saggi sul tema, il linguaggio produce razzismo. “I giornali non sono uno specchio innocente dell’opinione pubblica: sono attori sociali, capaci di produrre immagini che orientano il pubblico. Le notizie vengono elaborate attraverso procedure di deformazione e drammatizzazione- spiega - Solo cadendo da un’impalcatura e morendo, quello che veniva definito ‘extracomunitario’, viene promosso a “muratore”, pur di cancellare un’appartenenza in questo caso rilevante, perché dice qualcosa sulla realtà dei cantieri edili”.
Dietro il tema della ‘sicurezza’ legato all’immigrazione sono quindi in agguato molti stereotipi e l’idea razzista che vede nei migranti una minaccia. “Sono violenti, ladri, spacciatori e stupratori; minacciano soprattutto le nostre donne e gli anziani, con aggressioni, furti e rapine. Non hanno cognizioni minime di igiene e portano con sé malattie sconosciute – continua Faso- Un altro tema allarmistico sfruttato è quello della concorrenza: ci precedono nella classifica per le case popolari costruite con i nostri contributi, insidiano i nostri posti di lavoro, esercitano una concorrenza sleale. Alcuni di loro (i cinesi soprattutto) lavorano sedici ore al giorno. Inoltre fruiscono indebitamente della nostra assistenza sociale: anzi, godono di privilegi inauditi. ” [4]
Anche la distinzione fra immigrati regolari e irregolari discende da questo modello di pensiero. Come sottolinea il sociologo Enrico Pugliese: “gli immigrati lavorano in larghissima maggioranza in situazioni di precarietà, informalità (lavoro nero,ndr.) e temporaneità. In tutti e tre i casi, peraltro solitamente intrecciati, i lavoratori immigrati hanno difficoltà a presentare certificazione relativa al loro lavoro e al loro reddito. Gli immigrati lavorano e lavorano tutti, o quasi. Ma molti di loro hanno difficoltà a documentare lavoro e reddito. D’altro canto la legislazione sull’immigrazione, a partire dalla stessa Turco-Napolitano ma in maniera aggravata con la Bossi-Fini, postula l’esistenza di tutti lavoratori regolari e regolati di ovvia documentabilità come non ne esiste più neanche per i lavoratori italiani. E tutto questo storicamente ha reso difficile la possibilità di rinnovo dei permessi di soggiorno”[5].
Infine ci sembra opportuno sottolineare una contraddizione tutta italiana su questo tema, usando le parole del saggista Antonello Mangano, che provocatoriamente ha intitolato il suo libro sulle ordinanze dei sindaci “Sì alla lupara, no al cous cous”.
Siedono sulle panchine, conversano, passeggiano e mangiano il gelato. Vendono kebab, pregano e giocano a cricket. Trasportano vestiti nei borsoni o aprono un phone center. Altri uomini, invece, sparano a bruciapelo e uccidono in strada, impongono il pizzo pure ai tabaccai, inondano le città di stupefacenti, monopolizzano i cantieri e occupano le ASL. Chi di questi minaccia la tua sicurezza?[6]
“Il manifesto “Sì alla polenta, no al cous cous” rimane uno dei più celebri della propaganda leghista. Dalla fase degli slogan a effetto sono passati in breve tempo a quella dei provvedimenti concreti – scrive Mangano - Nel gennaio 2009, la Lega aveva proposto di vietare il kebab prima nel centro storico di Milano, poi in tutta la Lombardia. Il consigliere regionale bergamasco Daniele Belotti, ovvero il leghista autore del progetto di legge, spiegava così la sua idea: “Non si capisce perché nei centri storici esistono regole ben precise sul colore dei tavolini dei bar o su quello delle tende alle finestre e non si può fare le stessa cosa per i kebab o i sexy shop che deturpano i luoghi storici delle nostre città. Dobbiamo difenderci”. Su tutte, ricordiamo l’operazione “Bianco Natale”. “Il colore non è quello della neve, ma della pelle. Coccaglio, ottomila abitanti, provincia di Brescia. Una di quelle zone ricchissime grazie al lavoro silenzioso e senza interruzioni di indiani, pakistani, africani – ricorda Mangano - Nel dicembre 2009 la giunta decide che la nascita di Cristo sarà festeggiata con la caccia al clandestino.”
Un libro che si è rivelato profetico se si pensa a tutte le inchieste della magistratura che hanno rivelato la corruzione e le infiltrazioni delle mafie proprio nei gangli politici degli enti locali della Lombardia, gli stessi che hanno promosso questo tipo di politiche sicuritarie contro la minacca ‘straniera’.
[1] A. Rivera, la normalizzazione del razzismo, in G. Naletto, op. cit.
[3] M. Maneri, I media creano in panico, in Lunaria (a cura di ) Libro bianco sul razzismo in Italia, edizioni dell’asino 2009
[4] G. Faso, il linguaggio che veicola il razzismo, in G. Naletto (a cura di) op. cit.
[5] E. Pugliese in G. Naletto (a cura di) op. cit.
[6] A. Mangano, “Sì alla lupara, no al cous cous”, Terrelibere.org Ottobre 2011
Immigrazione e criminalità
Il 65% degli italiani ritiene che in Italia vi sono più stranieri irregolari che regolari, il 56% che gli stranieri regolari contribuiscono ad aumentare la criminalità e il 57% lo pensa degli irregolari. Sono alcuni dati riportati in un’indagine del 2010 “Transatlantic Trends: Immigration” che affronta la questione della percezione del fenomeno migratorio da parte dell’opinione pubblica nordamericana ed europea.
Non esiste una corrispondenza tra l’aumento degli immigrati regolari e l’aumento dei reati in Italia. A evidenziarlo è la ricerca del 2009 “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi” promossa dall’Agenzia Redattore Sociale e realizzata dall’équipe del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, prendendo in esame dati dal 2001 al 2005 lo studio rileva che le denunce nei confronti degli stranieri sono aumentate del 46%, mentre gli stranieri sono cresciuti di più del 100%. Il tasso di criminalità degli immigrati regolari in Italia è leggermente più alto di quello degli italiani (tra l’1,2% e l’1,4%, contro lo 0,75%) ma, se si tiene conto della differenza di età, risulta uguale a quello degli italiani e addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni, gli adulti italiani di 45-64 anni hanno una rilevanza penale ben più ampia rispetto ai coetanei stranieri (22,3% rispetto al 5,3%). Il coinvolgimento degli immigrati in attività criminose è fortemente legato alla condizione: il 70-80% dei denunciati – spiega la ricerca - è irregolare e un quarto dei reati riguarda la condizione stessa dell’immigrato.
I tassi di criminalità degli italiani e degli stranieri vengono effettuati sui dati delle denunce per cui l’autore è noto, delle persone in carcere o delle condanne definitive. È importante sottolineare che le denunce contro cittadini stranieri si riferiscono sia ai regolari (numero noto: residenti e possessori di permesso di soggiorno) che agli irregolari (numero ignoto). A questi vanno aggiunti gli stranieri di passaggio nel nostro paese, per motivi di turismo, di lavoro ecc. Non è possibile quantificarne il numero con precisione ma per il 2010 si parla di circa 72 milioni di persone (inclusi coloro che si trattengono un solo giorno senza pernottare, circa un sesto). Dal 2007 al 2010 (Dossier Caritas/Migrantes 2011) a fronte di un forte aumento dei residenti la percentuale delle denunce è scesa dal 35,2% a 31,6%.
Stranieri e carcere
A parità di reato gli stranieri vanno più in carcere degli italiani (sono più denunciati e controllati, hanno minore accesso alle misure cautelari e alternative alla detenzione, sono spesso privi di difesa legale)
Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) riferiti al 29 febbraio 2012, sono 66.310 i detenuti reclusi nei 206 istituti di pena italiani, poco meno di un terzo, ossia 24.123 (di cui 1.168 donne) sono i detenuti non italiani. Nel 1998 erano reclusi 11 mila stranieri il 22% dei detenuti presenti nelle carceri, erano il 33,5% nel 2005, 34,9% nel 2007 e 37,9% nel 2009.
Nel corso del 2011 sono stati 76.982 gli ingressi complessivi nelle carceri italiane, la maggioranza è costituita da uomini di nazionalità italiana, 43.677 contro 33.305 stranieri (43% del totale), nel 2008 gli ingressi dalla libertà di stranieri hanno rappresentato il 46% del totale. Nel 2011 si sono tolti la vita 21 stranieri detenuti (il 46,6% del totale dei suicidi in carcere).
In generale il reato più diffuso in carcere è quello contro il patrimonio, lo ha violato il 24,1% del totale dei detenuti (dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria al 31 dicembre 2011), per gli stranieri prevalgono i reati connessi alla violazione della legge sulle droghe, oltre 12 mila reati nel 2011, i reati contro il patrimonio (oltre 9 mila), i reati contro la persona (7.455) e i reati la pubblica amministrazione (3.158). Inoltre più di 2 mila stranieri sono reclusi per violazione delle leggi sull'immigrazione e 859 per reti connessi alla prostituzione. C’è da sottolineare che dal 2005 al 2010 su 650 omicidi di donne da parte di uomini, per il 79% dei casi l’autore del reato è stato un italiano.
Provenienze e posizione giuridica. Al 30 aprile 2012 il 20,2% degli stranieri proviene dal Marocco, il 14,8% dalla Romania, il 13,2% dalla Tunisia, l’11,5% dall'Albania. Tra le detenute straniere prevale la nazionalità romena (22,8%), seguita da quella nigeriana (14,9%). Al 31 gennaio 2012 in attesa di primo giudizio risultano 5.567 stranieri (40% del totale), 3.399 appellanti (46,2%), 2.162 ricorrenti (46,7%), 12.595 condannati definitivi (33%), 157 internati (10,9%). Sono 62 gli stranieri condannati all’ergastolo al 31 dicembre 2011 (4% dei condannati).
Il consiglio che possiamo dare è quello di non essere allarmistici e di evitare il nesso immigrazione – criminalità tout court, perché ormai è documentato che questo legame non è supportato da dati, come si evince dalla Scheda Dati.
Alla luce di quanto detto, riportiamo diversi esempi da non seguire, tutti riguardanti dichiarazioni degli amministratori locali delle due più grandi città italiane, Roma e Milano. Un primo articolo riporta le frasi di Veltroni, all’epoca sindaco della capitale dopo l’omicidio Reggiani. L’abbiamo scelto perchè ben esemplifica il percorso di criminalizzazione dei migranti legato a singoli fatti di cronaca. Poi, i comunicati stampa, sulla stessa linea, di un assessore alla sicurezza del Comune di Milano.
CRONACA
Dopo l'aggressione della donna a Tor di Quinto il sindaco della capitale duro con Bucarest "No a flussi incontrollati di immigrati". Napolitano: "Una barbara aggressione"
Sicurezza, Veltroni contro la Romania Per le espulsioni varato un decreto legge
Consiglio dei ministri straordinario, convertita in dl parte del pacchetto sicurezza Fini: "Demolire le baraccopoli, mandare via i clandestini". Derby Roma-Lazio con lutto
(quotidiano nazionale, 31 ottobre 2007)
ROMA - "E' necessario assumere iniziative straordinarie e d'urgenza sul piano legislativo in materia di sicurezza". Lo ha detto il sindaco di Roma e leader del Pd Walter Veltroni durante una conferenza stampa improvvisata in Campidoglio dopo l'aggressione della donna a Tor di Quinto. Veltroni ha avuto parole dure contro Bucarest: "Non si possono aprire i boccaporti", ha detto, ricordando che Roma era la città più sicura del mondo "prima dell'ingresso della Romania nell'Ue". Oggi Prodi ha chiamato il premier romeno, mentre Napolitano ha parlato di "barbara aggressione". I giocatori di Roma e Lazio sono scesi in campo con il lutto al braccio. Prodi. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha convocato un Consiglio dei ministri straordinario in serata a Palazzo Chigi. E il governo ha trasferito in un decreto legge le norme sulle espulsioni contenute nel ddl del pacchetto sicurezza. Norme che tra l'altro attribuiscono ai prefetti il potere di espellere dall'Italia i cittadini comunitari per motivi di pubblica sicurezza. Il presidente della Repubblica, ha spiegato Prodi, è d'accordo sul "contenuto e l'urgenza" del decreto legge sulle espulsioni. Via libera anche dai "ministri della sinistra radicale", ha spiegato il capo dell'esecutivo. […] Veltroni. Il sindaco di Roma ha parlato di "un vero, autentico orrore" e ha aggiunto che "si tratta di un'espressione di violenza che da qualche mese ha cominciato a manifestarsi in questa città e che testimonia che c'è stato un cambiamento di clima". "Non ci si può girare intorno - ha ribadito il leader del Pd - la sicurezza è una grande questione nazionale che chiama in causa iniziative d'urgenza sul piano legislativo: i prefetti devono poter espellere i cittadini comunitari che hanno commesso reati contro cose e persone". Su questi temi Veltroni ha incontrato al Viminale il ministro dell'Interno Amato e il prefetto di Roma Carlo Mosca. […] Il sindaco ha citato gli episodi di criminalità. Da quello del "ciclista ucciso all'aggressione al registaTornatore, a una consigliera municipale, alla violenza sessuale verso una ragazza e questo episodio orrendo. In questa città da diversi mesi c'è un arrivo di persone che vengono da Paesi comunitari. Non si tratta di immigrati che vengono qui per 'campare', ma di un'altra tipologia di immigrazione che ha come sua caratteristica la criminalità". Veltroni ha precisato di non fare "generalizzazioni verso un singolo Paese", ricordando tuttavia che "il 75% di arresti effettuati l'anno scorso hanno riguardato i romeni.
Comunicato stampa
SVENTATI DUE SCIPPI
Si afferma la sicurezza partecipata
I cittadini collaborano a due arresti. Il vice Sindaco: "I milanesi a fianco delle forze dell'ordine. Furti e rapine in calo nel 2010"
Milano, 8 gennaio 2010 – “L’anno si apre all’insegna della sicurezza partecipata, come dimostra il borseggio avvenuto nella metropolitana di Loreto che, grazie alla collaborazione della vittima, si è concluso con l’arresto della ladra. Un episodio che segue un altro arresto di scippatore, sempre in piazzale Loreto, realizzato grazie all’inseguimento di un cittadino che aveva assistito alla scena. Rilevo quindi con soddisfazione come sempre più spesso siano i cittadini, che subiscono o assistono a reati, a collaborare attivamente con le Forze dell’Ordine. E se a Milano i crimini continuano a diminuire, tra cui furti e rapine in calo rispettivamente dell’1,8% e del 2,3% nel 2010, una parte di merito la dobbiamo anche ai cittadini che partecipano al fermo dei responsabili”. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza …. a commento del furto del portafogli perpetrato ai danni di una donna 31enne da parte di una giovane romena, che ha agito insieme a due complici. “Che il responsabile del borseggio – afferma il vice Sindaco – sia una rumena non stupisce più di tanto, visto che l’anno scorso sono stati almeno 300 i romeni fermati a Milano per reati predatori o che destano allarme sociale: praticamente uno al giorno. Soggetti recidivi a reati come borseggi, furti con destrezza, per non parlare delle occupazioni abusive, che spesso la Polizia Locale ha già identificato o denunciato più volte”.
La frase conclusiva, che la ladra sia rumena “non stupisce più di tanto”, con a sostegno le cifre dei romeni fermati in un anno a Milano, è molto grave visto che viene detta nel comunicato stampa ufficiale di un vice Sindaco e sarà stata quasi sicuramente ripresa integralmente da molti organi di informazione. Si tratta di uno stereotipo che segue il pensiero generalizzante di cui abbiamo ampiamente discusso, per cui, in questo caso, “i rumeni sono tutti ladri”.
Il dato appare completamente decontestualizzato perché viene fornito in modo isolato, senza avere modo di capire la percentuale sugli altri arrestati, sugli italiani fermati per lo stesso motivo e senza un confronto sull’incidenza percentuale rispetto alla popolazione rumena a Milano. Un dato come questo non dovrebbe mai essere ripreso sui giornali perché fornisce un’informazione fuorviante.
SICUREZZA
Via Padova, fermati 14 clandestini
Gli agenti hanno controllato circa 300 persone: 14 persone fermate. "Resta alta l'attenzione nell'area anche attraverso i controlli sui mezzi Atm"
Milano, 4 dicembre 2010 - "Continuano i controlli sui mezzi pubblici nelle zone a rischio da parte della Polizia Locale, che per questo servizio opera con un nucleo qualificato in ausilio agli operatori Atm. Nell'ambito di un intervento sulla linea 56, in piazzale Loreto, gli agenti hanno controllato dalle 7 alle 10,30 del mattino circa 300 persone: 14 clandestini sono stati fermati, tra cui 2 egiziani arrestati in seguito agli accertamenti in quanto destinatari di ordini di espulsione emessi dalla Questura di Milano tra marzo e aprile 2010. Da parte dei controllori Atm sono state poi emesse un centinaio di multe nei confronti di passeggeri sprovvisti di biglietto". Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza… " Nei primi 10 mesi del 2010 la Polizia Locale ha controllato 5.887 linee di superficie e metropolitane e 14.888 persone, con 1.025 segnalazioni all'autorità giudiziaria per reati vari, 72 arresti, 1.774 sequestri di merce e l'accompagnamento in Questura di 467 clandestini". "La Polizia Locale - prosegue - ha fermato due marocchini che stavano vendendo sostanze stupefacenti, presumibilmente hashish, ad alcuni stranieri. All'arrivo degli agenti, gli acquirenti si sono dati alla fuga, ma i due pusher sono stati fermati e condotti presso gli uffici della Polizia Locale per gli accertamenti. A loro carico, numerosi precedenti per resistenza, reati contro il patrimonio, rapina, ricettazione, danneggiamento e clandestinità. Salgono a 127 gli spacciatori fermati dalla Polizia Locale sul territorio cittadino". "Gli agenti in servizio al Corvetto per il rispetto delle ordinanze - conclude - hanno fermato un egiziano risultato poi destinatario di un ordine di espulsione emesso dalla Questura di Milano un mese fa. Sono arrivati a quota 680 gli stranieri irregolari arrestati dalla Polizia Locale a Milano, la maggior parte recidivi alla clandestinità e con precedenti penali a carico".
In questo secondo comunicato, alla ‘sicurezza’ vengono associate le operazioni della municipale contro i “clandestini”. Tutto il testo si basa sull’associazione razzista ‘clandestino = criminale’. Gli immigrati irregolari vengono presentati in questo testo come ‘la’ minaccia per i cittadini di Milano, associati a delinquenti e spacciatori, tanto da scatenare una sorta di ‘caccia al clandestino’ sui mezzi pubblici. Curioso che fra le azioni che minacciano la sicurezza dei cittadini c’è anche il non pagare il biglietto dell’autobus. Questo dimostra quanto il concetto di ‘sicurezza’ sia aleatorio, una scatola vuota da riempire all’occorrenza con qualunque cosa. Ovviamente, questo tipo di comunicato, lascia intendere che a essere sprovvisti di biglietto del bus sono sempre gli stranieri e i ‘clandestini’.
DATI ISTAT
Milano sempre più straniera
"Aumenti esponenziali per costi sociali e di sicurezza a carico dei comuni: immigrazione sostenibile la via d’uscita"
Milano, 12 ottobre 2010 – “Il dato dell’Istat – ha dichiarato il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza – che certifica una media del 7 per cento dei cittadini stranieri residenti in Italia per Milano va più che raddoppiato. Perché lì invece la media è del 16 per cento. La stessa crescita annua al primo gennaio 2010 è stata in città del 10 per cento a fronte dell’8,8 per cento nazionale. Ci sono quartieri poi dove 1 su tre non è italiano: Loreto 29 per cento, Ortomercato 29 per cento, Parco Monluè-Ponte Lambro 32 per cento, Selinunte 28 per cento, Farini 30 per cento, Bovisa 29 per cento, Dergano 29 per cento. E due degli 88 Nil, Nuclei di identità locale, sono già a maggioranza stranieri: Parco Bosco 61 per cento e Triulzo Superiore 62 per cento. Senza dimenticare poi la presenza stimata a Milano di circa 50 mila clandestini. Ogni analisi sociologica, ogni dibattito sulla sicurezza, sulle problematiche sociali, non può ignorare questa fotografia che dà un quadro unico della metropoli” . “In un quartiere come la Comasina, 26 per cento di stranieri – ha sottolineato – l’immigrazione in dieci anni è cresciuta del 445 per cento. Sul lungo periodo i dati sono ancora più eclatanti. Perché, secondo il Servizio Statistica, in trent’anni Milano ha perso il 32 per cento degli italiani. Mentre contemporaneamente gli stranieri sono cresciuti dell’835 per cento. Ovvero è stata svuotata di 528mila milanesi (da 1.663.361 a 1.105.310) gonfiandosi di 185mila stranieri (da 22.238 a 208.021). Investire nell’integrazione è uno slogan facile. Ma tradotto in pratica significa costi sociali, economici e per la sicurezza a carico dei Comuni in crescita esponenziale. La via d’uscita non è dire sì o no all’ immigrazione, ma all’immigrazione sostenibile”.
In questo terzo caso, l’assessore alla Sicurezza e vice Sindaco inventa addirittura il termine ‘immigrazione sostenibile’, come se stesse parlando di inquinamento ambientale. Il dato sulla crescita degli stranieri viene dato con una lettura estremamente politicizzata, in cui passa solo il messaggio del pericolo dell’invasione straniera. Come dimostra la scelta di alcuni verbi: Milano è statasvuotata di milanesi e si è gonfiata di stranieri. Insomma è come se la città stesse scoppiando. Non viene ricordato il fondamentale apporto degli immigrati alla crescita e all’economia cittadina. Questo comunicato fa capire come il binomio immigrazione-sicurezza porta a un’ottica criminalizzante per tutti gli immigrati.
ZONA VIA PADOVA
Scoperte case dormitorio
La Polizia Locale è intervenuta in tre appartamenti dove sono stati trovati in totale 19 posti letto utilizzati da clandestini ed extracomunitari. Salgono a 51 le richieste di sequestro di alloggi irregolari.
Milano, 29 agosto 2010 – “Tre appartamenti–dormitorio per clandestini sono stati scoperti dalla Polizia Locale in via dei Transiti e in via delle Leghe, zona viale Padova. In 75 mq complessivi sono stati trovati 19 posti letto. Le operazioni sono scattate a seguito di segnalazione dell’amministratore di condominio che aveva indicato la presenza di prostitute e irregolari in uno degli alloggi. Salgono a 51 le richieste di sequestro degli appartamenti”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza…. Via dei Transiti - Il primo intervento è stato effettuato in via dei Transiti dove in 25 mq sono stati scoperti 8 posti letto. Al momento delle ispezioni erano presenti solo due egiziani risultati poi regolari. E’ stata inoltrata una segnalazione per non idoneità alloggiativa. Il secondo intervento è scattato sempre in via dei Transiti, dove i vigili hanno trovato 6 posti letto in 25 mq. Cinque i marocchini identificati, di cui 3 sono risultati clandestini e in quanto tale denunciati. Segnalato all’autorità giudiziaria il proprietario per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, assente al momento dei controlli, cui saranno contestate due violazioni all’ordinanza sul deposito delle schede autocertificative dell’alloggio. E’ stata richiesto il sequestro dell’appartamento. Via delle Leghe - Il terzo intervento è avvenuto in via delle Leghe, dove in appena 15 mq c’erano 3 posti letto. Denunciato un egiziano clandestino che ha dichiarato di pagare 600 euro al proprietario, un connazionale, che è stato segnalato all’autorità giudiziaria per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, cui saranno contestate due violazioni per la stessa ordinanza. Da accertanti si è scoperto che l’irregolare era già stato accompagnato alla frontiera a novembre 2007 per inottemperanza a un decreto di espulsione, ed è rientrato in Italia prima dei dieci anni previsti. Viste le precarie condizioni igienico-sanitarie, l’alloggio è stato segnalato all’Asl per un sopralluogo. E’ stata richiesto il sequestro dell’appartamento ed è stata effettuata segnalazione all’agenzia delle Entrate per il mancato deposito dei contratti. “La Polizia Locale sta svolgendo un’importante azione di sicurezza e prevenzione, come raccontano i numeri: 268 appartamenti sottoposti a controllo, 46 richieste di sequestro inoltrate all’autorità giudiziaria per affitto a clandestini, 648 persone identificate, 178 denunce e 12 arresti, 56 alloggi segnalati all’Asl, 103 all’Ufficio Igiene, 5 stabili dichiarati inagibili, 14 impianti a gas pericolosi sequestrati. Nel quartiere sono state depositate finora 1.325 schede autocertificative di cui 682 da proprietari e 643 da affittuari, e sono state effettuate 92 segnalazioni di amministratori condominiali e 38 esposti/querele dei residenti che hanno permesso l’intervento dei vigili. E sono 53 i contesti per violazione all’ordinanza e 51 le richieste di sequestro degli appartamenti”. Nell’ambito dei controlli alle ordinanze, la Polizia Locale è intervenuta in via Polesine, zona Corvetto, a seguito di alcune segnalazioni di spaccio. Gli agenti hanno controllato dieci extracomunitari che si trovavano sul posto. Tra questi, un egiziano è stato denunciato in stato di libertà perché privo di documenti di identità e permesso di soggiorno; mentre un altro, sempre egiziano di 40 anni, è stato immediatamente arrestato e tradotto a San Vittore. Era ricercato per resistenza e lesioni nei confronti di un Carabiniere, reati per cui dovrà scontare una pena di 8 mesi come stabilito dal Tribunale ordinario di Lodi. “Grazie alle ordinanze è migliorata la sicurezza cittadina – spiega De Corato - A seguito dei controlli in via Padova, Sarpi, Corvetto, Lodi, dal 25 marzo 2010 a oggi, sono state 207 le denunce e 18 gli arresti effettuati. Controlli che hanno anche portato alla luce situazioni di degrado e di altre irregolarità, come dimostrano i dati: 361 violazioni ai provvedimenti ed extra provvedimenti, 4.908 multe al codice della strada, 3.279 schede sugli affitti consegnate”.
Questo comunicato è stato scritto a sostegno della tesi che ‘grazie alle ordinanze è migliorata la sicurezza cittadina’. Tutto il testo è paradossale, a partire dal titolo che sembra lanciare un allarme sociale sulle ‘case dormitorio’. In casa solitamente si dorme, la scoperta non sembra poi così eclatante. Il comunicato racconta le molto discusse operazioni della polizia municipale che si è spinta fin dentro gli appartamenti dei quartieri dove vivono i migranti per verificarne i documenti. Ancora una volta l’irregolarità amministrativa degli immigrati viene associata alla delinquenza, mettendo insieme i dati sui controlli per gli alloggi in nero e i documenti con quelli sullo spaccio e su altri tipi di reati. L’immagine degli immigrati che emerge da questo tipo di comunicazione è fortemente connotata in negativo. Si tratta di un pessimo esempio di comunicazione istituzionale, in cui i dati numerici vengono presentati come verità assolute ma in realtà sono piegati a una lettura politica ben precisa e strumentale, volta ad acuire il conflitto fra residenti autoctoni e residenti stranieri.