È ormai assodato che questa parola ha una forte connotazione negativa, come si evince anche dalla definizione aggiornata del vocabolario Treccani. Infatti non verrebbe mai definito ‘extracomunitario’ uno svizzero o un americano, anche se tecnicamente lo sono. È interessante al riguardo la testimonianza del giornalista statunitense Gabriel Kahn, oggi professore di giornalismo all’Università della California ed ex corrispondente del Wall Street Journal da Hong Kong e da Roma. Khan ha vissuto per molti anni in Italia e ha raccontato in un’intervista la sua esperienza da “extracomunitario”. Arrivato a Roma nel 1992, all’inizio ha vissuto diciotto mesi da clandestino. “Allora non ci pensavo – racconta - Quando ho cominciato ad avere i documenti in regola ho scoperto che è più facile vivere da clandestino che da extracomunitario in regola. […]E poiera impossibile che chiedessero il permesso di soggiorno a un americano, a un bianco... Anche quando sono stato fermato dalla polizia, bastava mostrare il passaporto americano e nessuno faceva altre domande”[1].
Il problema sull’uso della parola ‘extracomunitario’ è che essa non si riferisce più soltanto a una condizione giuridica, ma è una categoria di pensiero che genera esclusione sociale. Tanto che è facile vedere come in molti contesti vengano considerati ‘extracomunitari’ anche i romeni, che dal 2007 sono invece cittadini Ue. “Leggo su un giornale romano, in occasioni delle elezioni a sindaco: Valentino Castaldo, Gli extracomunitari diventano serbatoio appetibile di consensi: “I cittadini stranieri residenti a Roma che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, stanno diventando agli occhi dei candidati politici, sempre più appetibili (…)”. Se ne deduce che un cittadino italiano acquisito rimane per la stampa ‘extracomunitario’ per tutta la vita. Si tratta di un curioso processo di costruzione sociale dell’esclusione”[2], scrive Giuseppe Faso che in “Lessico del razzismo democratico”.
L’uso discriminatorio del termine è stato sancito in un atto ufficiale. A Savona il procuratore capo Francantonio Granero ha cancellato questa parola da tutti gli atti giudiziari con una circolare del 7 settembre 2011, chiedendo alla polizia giudiziaria la sostituzione di ‘extracomunitario’ con altre espressioni non offensive nei confronti dei cittadini stranieri. “La circolare nasce dall’esperienza quotidiana – ha detto il magistrato in un’intervista rilasciata a Stefano Galieni su Liberazione - Termini come extracomunitario, il clandestino, il rumeno ecc.. sarebbero espressioni di per sé neutre ma hanno assunto nel corso degli anni un significato discriminatorio anche nel linguaggio comune e nella percezione di chi opera nelle istituzioni. Per questo chiedo ai pubblici ministeri e agli agenti di polizia giudiziaria di utilizzare, di fronte a uomini e donne che provengono da contesti diversi dall’Unione europea o dal cosiddetto mondo occidentale, i termini persone migranti oppure cittadino di un determinato paese solo laddove questo risulti significativo per le indagini. Per il resto si utilizzino gli stessi termini che valgono per i cittadini italiani. Raramente del resto capita di leggere italiano investe un pedone o italiano sorpreso a spacciare stupefacenti in tale zona. Quello che chiedo è di attenersi alla costituzione che vieta ogni forma di discriminazione e agli articoli della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”[3].
I filologi danno ragione alla scelta del procuratore Granero, come riportato in un articolo sul Corriere della Sera a firma di Marco Gasperetti.
«L' etimologia della parola non è cambiata - spiega Rosanna Bettarini, docente di Filologia all’Università di Firenze - ma è l' uso sociale di essa che ha subito un cambiamento radicale e una connotazione effettivamente razzistica. Nessuno si sognerebbe di chiamare extracomunitario un americano o uno svizzero». E ancora: «Nel lessico del razzismo democratico è entrato da tempo questo termine extracomunitario - conferma Paolo Fuligni, psicologo sociale e psicoterapeuta - Il motivo? Semplice, è diventata una parola connotata ovvero che ha acquisito un significato gergale diverso e in questo caso dispregiativo. Il problema è che le giovani generazioni non conoscono quasi mai il significato originario del termine e gli danno sempre un valore negativo. Dunque ha fatto bene il magistrato di Savona a sconsigliarne l' uso negli atti giudiziari. Anche le Nazioni Unite raccomandano un utilizzo attento di alcune parole connotate e con doppi significati per evitare forme di razzismo lessicale»[4]. Nello stesso articolo si legge che l’Arma dei carabinieri, a Savona, “extracomunitario lo ha già sostituito con un più preciso extraunionista. Non sarà il massimo dell' eleganza stilistica, però almeno non fa venire in mente lo spettro del razzismo”.
C’è infine il problema che spesso vengono chiamati ‘extracomunitari’ dei migranti che sono rifugiati o potenziali richiedenti asilo, quindi equiparati ai cittadini italiani e che dovrebbero essere definiti in base al loro status giuridico e non genericamente come ‘extraeuropei’.
Frasi fatte
Mito: Gli immigrati sono extracomunitari
Realtà: questa affermazione è falsa perché la prima comunità di stranieri residenti in Italia è quella romena, dunque si tratta di europei. I romeni sono quasi un milione (969mila)[5] su circa 4 milioni e mezzo di immigrati residenti. Quindi ‘extracomunitario’ non può essere usato come sinonimo della parola ‘immigrato’.
[1] Mangano A. ,Il corrispondente della stampa USA: “E’ stato più facile vivere da clandestino che da regolare”, terrelibere.org, 07 settembre 2011, http://www.terrelibere.org/il-corrispondente-della-stampa-usa-e-stato-piu-facile-vivere-da-clandestino-che-da-regolare
[2] Faso G., Lessico del razzismo democratico. Le parole che escludono, edizione DeriveApprodi, Roma 2010
[3] Galieni S., Granero, procuratore di Savona: «Perché ho fatto sparire la parola extracomunitario», Liberazione, 10 settembre 2011
[4] Gasperetti M., Il magistrato che cancella la parola extracomunitario, Corriere della Sera, 8 settembre 2011, pag.32
[5] Fonti: Dossier Statistico Caritas Migrantes 2011 e in Ocse, International migration outlook 2012.
Immigrazione: 17 tunisini sbarcati a Lampedusa
Nell'isola presenti da settimane altri 21 extracomunitari
(agenzia di stampa nazionale, 5 maggio 2012)
LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 5 MAG - Una barca con 17 tunisini a bordo e' appena giunta a Lampedusa. L'imbarcazione, intercettata dai carabinieri a circa 10 miglia dall'isola, e' stata ''scortata'' fino al porto da una motovedetta degli uomini dell'Arma. Nell'isola erano presenti altri 21 immigrati, ospitati in un residence. Otto somali erano arrivati il 3 aprile, gli altri il 25 aprile. Dallo scorso settembre, a causa di un incendio appiccato dagli immigrati, il centro d'accoglienza dell'isola e' chiuso.
In questo caso, vengono definiti impropriamente ‘extracomunitari’ 21 somali, che, a causa della guerra civile in corso nel Paese d’origine, avranno riconosciuto lo status di rifugiato e sono quindi, richiedenti asilo o potenziali richiedenti asilo.
Il giudice mette al bando la parola extracomunitari "Espressione negativa"
Polizia giudiziaria e forze dell'ordine dovranno chiamare "cittadini stranieri" gli immigrati. E Forza Nuova insorge: "Dichiarazioni estremamente gravi". E' giusto? Di' la tua
(edizione online di un quotidiano nazionale, 7 settembre 2011)
Savona - Quando si parla di immigrazione, e in generale di categorie deboli della popolazione, bisogna sempre confrontarsi con lo spinoso problema dell'uso dei termini. Così, all'insegna del politically correct, il procuratore di Savona Francantonio Granero ha deciso di chiedere a tutti i dipendenti degli uffici di polizia giudiziaria e alle forze dell'ordine di non usare più la parola "extracomunitario". Secondo il procuratore, che firmerà nei prossimi giorni la circolare, il termine ha infatti assunto un'accezione negativa e dovrà per questo motivo essere sostituita con il più neutrale "cittadino straniero". E, a poche ore dall'indiscrezione, il provvedimento ha già suscitato polemiche. I primi ad indignarsi sono stati gli esponenti di Forza Nuova che giudica "estremamente gravi" le dichiarazioni di Granero.
"Nascondere la verità, nascondere l’evidenza dei fatti, confondere l’opinione pubblica con terminologie ambigue, ergersi a difesa di uomini e donne che molto spesso clandestini non avrebbero neanche il diritto di risiedere sul territorio nazionale, è diventato di moda da parte delle diverse istituzioni".
Questo è evidentemente un commento a senso unico che ridicolizza la scelta (come abbiamo visto giusta) del procuratore di Savona e rivela di essere un’informazione ‘schierata’ citando solo il parere, ovviamente contrario, di un movimento di estrema destra. Si attua un rovesciamento della realtà, definendo ‘ambigue’ le parole corrette e si chiude con l’equazione extracomunitari = clandestini, anch’essa errata (come dimostra il quarto e ultimo caso esaminato in questa scheda).
Restiamo a Savona e con il terzo esempio vediamo la parola ‘extracomunitari’ associata a ‘balordi’, ‘degrado’ e ‘minaccia per la sicurezza’.
Cairo, commercianti di San Giuseppe uniti: basta ai balordi
Sopralluogo dell’assessore regionale Vesco: sale d’attesa della stazione ferroviaria chiuse di notte
(sito internet locale, 14 giugno 2012)
L’esperimento è fallito. San Giuseppe si sente assediata da balordi e extracomunitari e dice basta.[…] Sopralluogo, oggi, dell’assessore regionale Enrico Vesco, insieme ai vertici regionali di Trenitalia e Rfi, e all’assessore cairese Alberto Poggio.
Insieme a loro, però, anche alcuni commercianti e titolari di pubblici esercizi della frazione cairese che denunciano una situazione non più sopportabile. Dopo le segnalazioni e le polemiche per la sala d’aspetto della stazione di San Giuseppe usata come bivacco permanente da parte di nomadi, extracomunitari e balordi vari, si era arrivati, in accordo con Rfi, all’escamotage di realizzare due sale d’aspetto: una principale, aperta secondo l’orario di arrivo e partenza dei treni, per accogliere i viaggiatori, ed una più piccola, ricavata dall'ex biglietteria, che rimaneva aperta anche di notte per offrire un eventuale riparo ai senza tetto. Un esperimento nato anche dalle temperature veramente rigide di questo inverno, e che voleva essere indirizzato, appunto, a senza tetto e altri bisognosi che, occasionalmente, necessitavano di un riparo una volta scesi dal treno.
Ma la situazione, ancora una volta, è degenerata. Spiegano, i commercianti, che stanno pensando ci costituirsi in un comitato, e che hanno, appunto, richiesto l’intervento di Vesco: “Grazie, evidentemente, al passa parola, i “barboni” occasionali sono stati nuovamente soppiantati da balordi di ogni genere, soprattutto extracomunitari, che hanno costituito in stazione un bivacco permanente. Ma i disagi non si limitano a passeggeri o ai clienti del vicino bar o albergo: dalla stazione, a gruppi anche di 10-15 persone, appena cala la sera si allargano per tutta la frazione creando disagi pesanti a residenti, clienti di esercizi pubblici e commercianti. Pretendono di mangiare o bere senza pagare, chiedono soldi, minacciano, infastidiscono. Per non parlare dei problemi igienico-sanitari intorno alla stazione.
Adesso basta. San Giuseppe vuole nuovamente un decoro ed una vivibilità”. Appello condiviso dallo stesso assessore Vesco: “Visto che l’inverno è passato, visto che l’esperimento non ha avuto gli esiti, né è stato poi concretamente utilizzato dalle persone e nei modi per il quale l’avevamo pensato; visto l’allarme sociale e sulla sicurezza evidenziato da commercianti e residenti, in accordo con Rfi abbiamo deciso di non lasciare più aperta alcuna sala d’aspetto in orario notturno. D'ora in poi rimarrà aperta solo la sala d'aspetto principale, negli orari di riferimento delle fermate dei treni, con la chiusura e riapertura gestita dal personale della stazione supportato da Polfer e altre Forze dell'ordine”. […]
IL CASO L'assessore leghista: bruciamo col napalm gli extracomunitari che non pagano l'affitto
L'incredibile vicenda durante il consiglio comunale nella cittadina brianzola. A pronunciare la frase l'assessore ai Servizi sociali, Ballabio, che coordina il pronto soccorso dell'ospedale
(sito internet di un quotidiano nazionale, 9 maggio 2012)
Gli inquilini extracomunitari in ritardo con il pagamento degli affitti andrebbero bruciati con il napalm. È la sconvolgente ricetta di Umberto Ballabio, assessore leghista ai Servizi sociali del Comune di Giussano (Monza e Brianza), nonché responsabile del pronto soccorso dell'ospedale cittadino. Gridata ai quattro venti durante l'ultimo consiglio comunale del paesino brianzolo, guidato da Pdl e Lega, la trovata ha impiegato poco tempo per varcare le mura del municipio. A denunciare il fatto è Roberto Soloni, di Giussano democratica, lista civica di centrosinistra. “In aula si stava parlando delle case popolari e l'assessore è intervenuto dicendo che per gli stranieri morosi ci vorrebbe il napalm per bruciarli”, racconta l'esponente dell'opposizione. Da qualche settimana la giunta di centrodestra ha messo sotto la lente di ingrandimento gli inquilini delle case popolari. Fra questi, la maggior parte stranieri, molti sono in ritardo con i pagamenti. A spiccare è il caso di un marocchino che ha accumulato 28mila euro di debito. La giunta precedente, di centrosinistra, al corrente delle difficoltà economiche dell'uomo, in accordo con il diretto interessato e il suo datore di lavoro aveva deciso di trattenere una parte del suo stipendio per ripianare il passivo. Un'intesa ancora valida e che a piccoli passi dovrebbe rimettere a posto le cose. Ma proprio quando si è arrivati a parlare di questo caso è esplosa la rabbia del lumbard. “Prima ha inveito contro il nostra volontà di aiutare chi è in difficoltà facendo intendere che dietro la nostra politica si nascondono voti di scambio – racconta Soloni – poi se n'è uscito con la storia del napalm”. Il diretto interessato nega: “Mi sono espresso in modo diverso”. “Ci sono le registrazioni audio della seduta che dicono il contrario”, replica Roberto Colzani, esponente del Pd cittadino. “Un medico che ha fatto il giuramento di Ippocrate non può dire una cosa del genere”, taglia corto il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Domenico Guerriero.
Dossier immigrazione: non chiamateli extracomunitari
Dopo la Germania, siamo il secondo paese di immigrazione in Europa, con 3 milioni 690 mila stranieri regolari. Lo rivela la XVII edizione del rapporto Caritas-Migrantes: su 10 stranieri 5 sono europei (in particolare più di mezzo milione proviene dalla Romania e quasi 100mila dalla Polonia, appena entrate nell'Ue), 4 sono suddivisi tra africani e asiatici e 1 è americano (sudamericano, con più probabilità).
(sito internet di un periodico nazionale, 30 ottobre 2007)
Infine vediamo che usare la parola ‘extracomunitario’ come sinonimo di immigrato è scorretto, perché la metà degli immigrati sono europei.