Si tratta di termini che inquadrano il tema sociale delle migrazioni in un’ottica emergenziale e allarmistica. Per questo andrebbero utilizzati con molta attenzione e parsimonia. Ormai da un ventennio l’immigrazione è un fenomeno strutturale della società italiana, quindi parlare ancora di ‘boom’ è desueto e fuori luogo. Per quanto riguarda la parola shock, una penna nota e apprezzata come Michele Serra ha preso posizione contro l’abuso di questo termine in generale sui media. “Si legge intervista shock, dichiarazione shock, scoperta shock – dice Serra – E’ una parola che rimanda a una generica e indistinta emotività. Sono abbastanza preoccupato perché mi sembra che l’informazione tenda molto all’eccesso di emotività, quindi non a dare un’idea riflessiva del mondo che ci circonda, ma un’idea po’ di pancia, appunto scioccante ed emotiva. Penso che se tutto diventa shock si copre tutto con una patina emotivo - spettacolare che non aiuta a capire le cose”. Secondo il giornalista “ meglio non usarla, è una parola traditrice. Mi rendo conto che è comoda nei titoli perché è corta. I titoli molto grossi obbligano a una sintesi chiassosa, emotiva. Se si potessero fare titoli di caratteri più piccoli e più pacati, si potrebbero trovare dei sinonimi che esplicitano meglio quello che si vuole dire”[1].
[1] Michele Serra: ''Aiuto, salvateci dallo shock'', 18 aprile 2012, Repubblica.it – intervista audio
Immigrati, boom di nozze miste ma c'è chi cerca il pensionato d'oro
L'inchiesta
Ogni anno circa 100 donne straniere ricevono la pensione del coniuge scomparso
(edizione locale online di una testata nazionale, 23 febbraio 2012)
Nell’attacco dell’articolo c’è scritto:
Oltre 4500 napoletani sono sposati con stranieri (dati ufficio anagrafe del Comune). Solo negli ultimi cinque anni, 3174 persone hanno detto "sì" a un immigrato con rito civile o religioso. A loro si aggiunge l'esercito delle coppie di fatto e delle convivenze che "più numerose dei matrimoni, pongono non pochi problemi agli avvocati" avverte l'Associazione matrimonialisti italiani. Resistono anche i matrimoni di interesse.
Ma il titolo fa a pugni con questa affermazione, contenuta a metà del servizio, dalla quale si vede che le unioni miste sono ormai una realtà diffusa da qualche anno:
Il boom dei matrimoni misti risale al 2008 con 1058 "sì". Dopo una battuta d'arresto dovuta all'aumento delle convivenze, l'anno scorso il fenomeno ha riguadagnato terreno con la celebrazione di 426 nozze.
Dunque il numero dei matrimoni misti è sceso, non è aumentato!
Lavoro nero ed immigrazione: boom di irregolari
(sito internet di un settimanale nazionale, 18-02-2010)
Con l’uso della parola ‘boom’ nel titolo, si ha l’impressione che in Italia i migranti irregolari siano aumentati a dismisura all’improvviso. In realtà, da tempo si stima che siano meno di 500mila (per la precisione: 443mila, meno di uno ogni 10 regolari)[1]. “Se consideriamo il numero di stranieri rintracciati in condizioni di irregolarità dalle forze di polizia nei vari paesi, non si può non prendere sul serio l’ipotesi che l’Italia abbia meno, non più, irregolari degli altri paesi europei – scrive Asher Colombo – Oggi secondo i dati forniti dalle polizie nazionali e relativi al biennio 2008-2009, in Spagna il numero di stranieri rintracciati dalle forze di polizia privi dell’autorizzazione a risiedere sul territorio nazionale si aggira attorno ai 200 ogni 100mila abitanti, in Portogallo è di 269 nel 2008, in Grecia addirittura quasi 1000, mentre in Italia questa quota non supera i 114 nel 2008, che scendono a 89 nel 2009”[2]. Secondo l’analisi fatta da Colombo, gli stranieri irregolari in Italia sono aumentati dal 1984 al 2006, per poi scendere, soprattutto dopo ogni sanatoria. L’ultima, quella per colf e badanti, risale al 2009, quindi è improbabile un ‘boom’ di irregolari nel 2010, anche se con la crisi molte persone hanno perso il posto di lavoro e quindi da disoccupati non hanno più avuto diritto al permesso di soggiorno. “Grandissima parte dell’immigrazione regolare di oggi è stata immigrazione irregolare in un passato non troppo lontano”, scrive ancora il sociologo che però opera un importante distinguo. Colombo afferma che dal 2004 in poi è diventato sempre più difficile espellere gli irregolari, che sono una fetta abbastanza stabile di migranti in questo status dal quale difficilmente riescono a uscire. Si tratta di una condizione che tende a diventare permanente. Le stesse persone sono anche ‘irrimpatriabili’[3]. “Oggi in Italia il 28% dei rintracciati in posizione irregolare viene espulso contro il 49% del 2003”[4]. (vedi anche espulsione e Cie).
Immigrazione, boom di cognomi stranieri nelle piccole città
(servizio tv di un Tg nazionale, 17 aprile 2010)
Da notare che nel servizio si parla anche dei cognomi meridionali al nord, citando il fatto che “ad Aosta sono calabresi ben otto cognomi sui primi dieci”, ma nel titolo viene data enfasi soltanto a quelli stranieri.
Immigrazione: boom sbarchi Italia, più che decuplicati nel 2011
Fondazione Ismu, trafficanti 'fatturano' oltre 700 mln euro
(agenzia di stampa nazionale, 12 dicembre 2011)
Nel lancio si legge: Un fenomeno, quello degli sbarchi clandestini, che nel 2011 ha avuto un vero e proprio boom, piu' che decuplicato in seguito alla situazione generatasi nei Paesi della primavera araba a piu' forte tasso migratorio, Tunisia, Libia, Egitto. Nei primi sette mesi del 2011, emerge dal rapporto sulle migrazioni elaborato dalla Fondazione Ismu e presentato oggi a Milano, sono sbarcati in Italia 51.881 immigrati. L'anno scorso erano stati in tutto 4.402 (dati del ministero dell'Interno).
Per l’uso del termine ‘clandestino’ vedi voce corrispondente.
Bisogna sottolineare che con gli sconvolgimenti epocali che hanno interessato tutto il Nord Africa nel 2011, è abbastanza scontato che gli sbarchi siano aumentati. Per le cifre reali dei movimenti migratori cui si fa qui riferimento, vedi anche sbarchi, tsunami umano, esodo biblico. Peraltro gli arrivi a Lampedusa non sono stati gestiti da scafisti e non sono stati clandestini, al contrario sono avvenuti in mondovisione.
Lega, proposta-choc: test Tbc per gli immigrati
(edizione locale di un quotidiano nazionale, 31 marzo 2012)
OLTRE al passaporto per varcare la frontiera, la Lega chiede che gli immigrati si dotino anche di quello sanitario. Lo ha proposto ieri con un ordine del giorno presentato durante la seduta della commissione consigliare, la bossiana Mirka Cocconcelli dopo la lettura dei dati sulla diffusione della Tbc da cui risulta che l' Emilia Romagna ha un' incidenza di contagiati superiore alla media nazionale con Bologna che sale al di sopra anche della media regionale. I numeri sono stati definiti "preoccupanti", ma l' ordine del giorno non è passato, malgrado l' ex direttore dell' unità operativa di malattie dell' apparato respiratorio del Bellaria Franco Falcone abbia sostenuto l' utilità di uno studio riguardo questa situazione. […] Secondo la maggioranza, tuttavia, la richiesta ha un vago sapore discriminatorio e soprattutto non è giustificata dai dati. Annarosa Gianninoni, del servizio di Igiene pubblica dell' Asl, ha dimostrato che la maggior parte degli immigrati risultati positivi alla Tbc, non giunge malato in Italia, ma si contagia nel nostro paese in larga misura per le precarie condizioni igieniche e abitative. Convivenze forzate, alimentazione scorretta e case malsane favoriscono l' insorgenza della malattia.
Immigrati come animali, decisione shock di un esercizio commerciale a Roma
Gli immigrati come gli animali : non possono entrare nel bar . E' quanto ha deciso il titolare di un esercizio commerciale a Roma "per evitare sbornie e risse". Con tanto di cartello affisso all'entrata del locale. Un extracomunitario, con regolare permesso di soggiorno, ha fotografato il manifesto e ha denunciato la discriminazione al suo avvocato per manifesti episodi di razzismo contrari a qualsiasi convivenza.
(sito internet, 9 aprile 2011)
In questo caso la decisione è razzista o discriminatoria, più che shock. Lo stesso si può dire per la situazione descritta in quest’altro articolo:
Pubblicità choc a Vicenza: "Immigrati brutti, non fanno palestra"
(testata online, 3 febbraio 2012)
Si parla della campagna pubblicitaria di un centro sportivo a Vicenza: una caricatura di un uomo, brutto, dalla pelle scura e dagli occhi dilatati, che esclama 'Io non ci vado, ahah!', affiancato da una bella ragazza che fa le flessioni e risponde: "E si vede! Ahah. Noi sì"
E anche in questo caso, è evidente la matrice xenofoba della dichiarazione. Viene spontaneo chiedersi se questo non è razzismo, allora cosa lo è.
Facebook, frase choc di assessore leghista: ‘Immigrati? Servono i forni’
(sito internet, 8 gennaio 2012)
La notizia è stata riportata da molti siti e testate, qualificandola sempre come ‘choc’ .
SAVONA «Servono i forni» Il leghista e la frase in Rete
(quotidiano nazionale online, 8 gennaio 2012)
ALBENGA (Savona) - Ancora frasi-choc sugli immigrati e ancora Facebook come strumento di diffusione. «Servono i forni», ha scritto un gruppo e il consigliere comunale leghista di Albenga (Savona), Mauro Aicardi, ha condiviso. Tutto è nato da un litigio fra due marocchini, definiti da un cittadino «feccia bastarda» con l' approvazione di Aicardi. A notare lo «scivolone» del consigliere, che in passato militò nella Destra, il circolo di Futuro e Libertà della cittadina ligure che non ha perso tempo a indicare il da farsi, chiedendo le dimissioni di Aicardi e l' intervento dell' autorità giudiziaria: «Non si tratta solo di un' infame e gravissima offesa ma, è inutile sottolinearlo, siamo davanti a un' istigazione all' odio razziale che, per il nostro ordinamento, rappresenta un reato perseguibile in termini di legge. L' autorità di pubblica sicurezza, con tutti gli strumenti informatici e tecnologici di cui dispone, potrà risalire all' indirizzo del terminale reale per verificare comunque chi è l' autore e da dove sia partito il commento». Le parole sono state poi cancellate. Il sindaco leghista di Albenga, Rosy Guarnieri, ha difeso il suo consigliere: «Chi lo conosce da tempo sa che è una persona briosa e genuina, che per il suo essere spontaneo, magari sentendosi tra amici, esprime concetti, volutamente provocatori, il cui significato è del tutto diverso da quello percepito».
Questa la posizione espressa dal diretto interessato sulla vicenda e riportata online.
Il commento di Facebook ”che ho gia’ provveduto a rimuovere – ha detto Aicardi – non voleva essere razzista, ne’ discriminatorio, ma semplicemente un modo un po’ brusco e provocatorio per esprimere il disagio provato da me e da molti cittadini nei riguardi della presenza a piede libero di criminali, pregiudicati e clandestini, di qualsiasi origine e razza. Se qualcuno si e’ sentito offeso chiedo scusa e ribadisco che non volevo essere offensivo”.
Ecco, invece, come un quotidiano nazionale, il primo novembre 2007 diede la notizia della morte di Giovanna Reggiani, dedicando all’evento tre pagine in apertura di giornale.
IN COMA LA MOGLIE DI UN CAPITANO DI VASCELLO, HA 47 ANNI. IL SINDACO CHIEDE E OTTIENE LA LINEA DURA SULLE ESPULSIONI
Seviziata e gettata in un fosso, choc a Roma Fermato romeno, Veltroni contro Bucarest. Il governo vara un decreto
In “Lavavetri”, il giornalista Lorenzo Guadagnucci ricorda che in quei giorni il governo di centro sinistra, guidato da Romano Prodi, sta approntando il ‘pacchetto sicurezza’. “La sera del 30 ottobre, alla periferia di Roma, a Tor di Quinto, una donna viene trovata agonizzante in un fossato. Nella zona è allestito un cosiddetto campo nomandi abusivo e inizialmente la vicenda sembra riguardare solo rom romeni – scrive Guadagnucci – il presunto responsabile dell’aggressione viene subito arrestato, su indicazione di una connazionale. La vittima sembra appartenere alla stessa comunità”. Pensando che la donna aggredita e ridotta in fin di vita sia romena, i giornali le dedicano solo un piccolo box nelle pagine con le cronache di Roma. Ma quando il giorno dopo si scopre che si tratta di un’italiana e si conosce la ricostruzione dell’aggressione fatta dagli investigatori, “non è più un semplice episodio di cronaca nera, ma una notizia - bomba, da enfatizzare e utilizzare per denunciare l’emergenza sicurezza e la portata del pericolo criminale legato all’immigrazione, in particolare delle comunità rom provenienti dalla Romania”
[1].
[1] Guadagnucci L., Lavavetri, Terre di Mezzo, 2009
[1] Dati riferiti alla fine del 2010, tratti da Comunicare l’immigrazione, guida pratica per gli operatori dell’informazione, 2012
[2] Colombo A., Fuori controllo? Miti e realtà dell’immigrazione in Italia, Edizioni Il Mulino 2012