Escort
Escort è il termine entrato in uso più di recente nella lingua italiana per designare le cosiddette “accompagnatrici”, ovvero donne (ma anche uomini e transessuali) che offrono servizi sessuali a tariffe elevate, sono disponibili a spostamenti e trasferte, ed esercitano più di frequente a casa del cliente o in altre strutture come hotel, Spa, resort… (outcall) che a casa propria. Questo le distingue (a rigor di termini) dalle girl, lavoratrici del sesso che operano con modalità simili ma ricevono prevalentemente nel proprio appartamento (incall).
Una delle caratteristiche di escort e girl è l’uso intensivo delle nuova tecnologie: inserzioni con fotografie in vetrine online, blog e siti personali, chat e video-chat private ecc. Da cui discende anche il suo successo, che è targato da tre A: anonimity, access, affordability – anonimato, facilità d’accesso e affidabilità per i clienti[1].
Un’altra è il carattere spesso self-made di questa attività, praticata come professione oppure saltuariamente o part-time anche da persone della classe media. Il successo del settore
[1] G. Visconti, Escort life. Sex inchiesta sul mondo delle squillo e dei gigolo di lusso in Internet, Aliberti, Reggio Emilia 2008.
Nel linguaggio giornalistico, escort è impiegato in modo meno specifico, come equivalente della più antica locuzione prostituta d’alto bordo, indicando qualunque lavoratrice sessuale che percepisca tariffe elevate per i suoi servizi, eserciti in location raffinate, goda di un alto tenore di vita, si accompagni a clienti appartenenti alle classi dirigenti. Non deve quindi sorprendere che il termine ricorra soprattutto nella cronaca degli scandali che coinvolgono politici, imprenditori, sportivi ecc.
Dal 2009 ad oggi, in Italia, escort ha conosciuto una straordinaria popolarità, occupando le prime pagine di tutti i giornali e i titoli di molti palinsesti. Questo è accaduto in corrispondenza con il progressivo disvelamento di un vasto intreccio di potere, denaro e sesso a pagamento che ha coinvolto importanti personalità della politica (in particolare l'allora premier Silvio Berlusconi), dell’economia, dei media. A luglio del 2009, quando è scoppiato il primo scandalo con l’affaire D’Addario, Stefano Bartezzaghi scriveva “La differenza, linguistica, fra «escort» e «prostituta» equivale alla differenza tra il lounge bar di un albergo a cinque stelle e una bettola di paese. In entrambi i locali si va per bere, ma non è proprio la stessa cosa”. A indicare come con l’ingresso di questa parola nel linguaggio fosse l’intera rappresentazione del mercato del sesso ad essere sovvertita.
Escort rappresenta al tempo stesso un eufemismo, con un effetto di mascheramento rispetto alla realtà più cruda del commercio sessuale, e un termine che segnala il bisogno di distinguere e ordinare i diversi settori del mercato. Da una parte le prostitute – lavoratrici del sesso che effettuano tariffe ridotte, esercitando in strada, in appartamento o in locali/night club – dall’altra le escort (oppure le squillo, termine che viene usato però in modo meno specifico).
Non esistono dati precisi su quante donne, uomini e transessuali lavorano in Italia come escort. Il fenomeno è quantificato all’interno della prostituzione al chiuso (tra 13.400 e 16.350 persone coinvolte[1])a cui si devono aggiungere le 15.000 italiane stimate dall’International Centre for Migration Policy Development[2].
La prostituzione cosiddetta “invisibile”, perché nascosta al pubblico, alle forze dell’ordine e agli operatori sociali, comprende molte diverse forme di esercizio, libere e coatte, per cui si rimanda alle voci Prostituzione e Sfruttamento sessuale.
Delle escort si sa dalle inchieste che spesso lavorano attraverso agenzie che trattengono fino al 50% dei guadagni[3], proponendo ai clienti una vasta offerta di servizi e la scelta tra diverse ragazze. Nella fascia meno redditizia di questo mercato lavorano soprattutto donne, uomini e transessuali stranieri – provenienti da Romania, Russia, Brasile, Polonia, Ungheria e altri paesi dell’Europe dell’Est[4]. Le cosiddette top escort – con tariffe che oscillano tra i 200 e i 1000 euro all’ora – sono invece sia italiane che straniere, e tendono a concentrarsi nelle grandi citta, come Roma e Milano.
Le straniere sono spesso giovani tra i 20 e i 30 anni, le italiane sono in media trentenni. Queste ultime svolgono perlopiù l’attività di accompagnatrice parallelamente ad altre attività: studentesse, casalinghe, impiegate, modelle. Dai dati diffusi dall’Associazione Sessuologi, in seguito alla ricerca su un campione di 386 escort[5], risulta che sono spesso laureate (25%) o diplomate (34%) e parlano diverse lingue. Il 17% svolge lavoro sessuale per pagarsi gli studi, il 38% legge un quotidiano al giorno.
La facilità d’accesso, l’anonimato e le possibilità di controllo garantite da Internet non solo ai clienti ma anche alle lavoratrici sessuali fa presagire a molti osservatori una crescita costante di questo settore. Verso questo esito spingono anche le misure restrittive (ordinanze) sulla prostituzione di strada adottate da molti comuni italiani.
[1] E’ la stima proposta da F. Carchedi e V. Tola (a cura di), All’aperto e al chiuso. Prostituzione e tratta: i nuovi dati del fenomeno, i servizi sociali, le normative di riferimento, Ediesse, Roma 2008.
[2] Icmdp, Study on the assessement of the extent of different types of trafficking in human being in EU countries, Icmdp, april 2010.
[3] G. Visconti, Escort Life, cit.
[4] O.O. Francioso, Meretrix. Prostituzione e case chiuse nell'era di internet, Aliberti, Reggio Emilia 2009.
[5]Le squillo italiane? Laureate o diplomate, Corriere.it 11 febbraio 2008.