Neocomunitario
Per neocomunitari si intendono i cittadini di Bulgaria e Romania, paesi candidati a entrare nell’Unione Europea dal 2004, che hanno fatto il proprio ingresso il 1 gennaio 2007 portando il numero degli Stati membri a 27. Così come previsto dall'art. 18 del Trattato istitutivo della Comunità Europea, i nuovi cittadini dell’Unione non sono più soggetti alle disposizioni del Testo Unico per l’Immigrazione ma alle norme nazionali ed europee appositamente dedicate ai cittadini comunitari e hanno il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri e in Italia[1]. Quindi i cittdadini rumeni e bulgari, non hanno bisogno del visto per entrare in Italia, neanche per motivi di lavoro, famiglia, studio. Per l'ingresso è sufficiente il possesso di un documento di identità o di un passaporto validi. Il diritto alla libera circolazione è riconosciuto anche ai componenti del nucleo familiare del cittadino dell'Unione.
In quanto cittadini comunitari, i rumeni e bulgari che voglio farsi raggiungere in Italia da figli e coniuge non devono più presentare richiesta di nulla osta al ricongiungimento familiare.
Si tratta di un termine burocratico, similmente a ‘extracomunitario’ ma, a differenza di quest’ultimo, non ha avuto lo stesso successo mediatico. È molto difficile che un romeno venga definito ‘neocomunitario’ oppure ‘europeo’ sui mezzi di informazione.
L’apertura dell’ Unione europea a questi due Paesi dell’Est non è stata indolore. Molti paesi membri, Italia compresa, hanno previsto delle limitazioni alla libera circolazione dei nuovi cittadini, nel timore di una possibile “invasione” da molti paventata con la libera circolazione dei neocomunitari. In Italia la questione dei romeni presenti sul territorio nazionale è stata oggetto di ampi dibattiti e scontri (spesso ideologici) anche alla luce degli omicidi a Roma di Vanessa Russo e di Giovanna Reggiani, avvenuti proprio nel 2007, e per il fatto che la comunità romena è quella più numerosa tra gli stranieri che vivono in Italia. Tutte queste resistenze all’ingresso dei romeni nell’Ue probabilmente si è anche tradotta a livello linguistico nel mancato uso del termine ‘neocomunitari’. In molti articoli di cronaca, di cui vedremo alcuni esempi, i romeni vengono ancora considerati ‘extracomunitari’.
Leggi anche la voce romeni.
Secondo dati al primo gennaio 2011, i romeni sono 969.000 e rappresentano quasi un quarto di tutti gli stranieri residenti in Italia, oltre che la prima comunità di immigrati per numero.[1] Gli stranieri residenti sono aumentati dell’8% in un anno, raggiungendo i 4,57 milioni di persone, pari al 7,5% della popolazione italiana.
[1] Fonte: Ocse, International migration outlook 2012.
Esistono pochi casi in cui si usa il termine ‘neocomunitari’ sulla stampa, parola che sembra rimasta confinata agli atti amministrativi e e legislativi. Più spesso capita di incontrare negli articoli di cronaca l’errore di vedere romeni e bulgari definiti ancora ‘extracomunitari’ (vedi il termine)
Olevano, cadavere carbonizzato ritrovato in una baracca
(sito internet di una tv locale, 2 agosto 2012)
Un altro extracomunitario deceduto in una baracca per un incendio sulla falsariga di quanto accaduto nei mesi scorsi sulla litoranea di Eboli. Il cadavere carbonizzato, stavolta è stato trovato questa mattina a Battipaglia sulla strada provinciale 29 per Olevano sul Tusciano. La scoperta è stata fatta dai Carabinieri di Battipaglia che hanno chiesto l’intervento dei Vigili del fuoco per domare le fiamme sprigionatesi in un canneto vicino. Dalle prime ricostruzioni si tratterebbe di un uomo di nazionalità rumena che viveva nella baracca avvolta dalle fiamme. Il decesso sarebbe avvenuto per asfissia in seguito all’incendio
Droga, presi due latitanti extracomunitari
TRENTOLA DUCENTA. Erano ricercati da due anni per una vicenda di porto e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
(sito internet di informazione locale, 18 luglio 2012)
Un nigeriano di 46 anni e una rumena di 37, sono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Trentola Ducenta ad un posto di blocco. La coppia è stata fermata per un controllo nel corso del quale sono stati sorpresi senza documenti. Ad un successivo controllo delle impronte digitali, i militari hanno scoperto che erano ricercati da due anni. Dopo le formalità di rito l’uomo è stato associato alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere e la donna al carcere femminile di Pozzuoli.