L’uso di questa espressione nel contesto delle prime fasi del flusso migratorio proveniente dal Nord Africa appare da subito una vera e propria esagerazione, sia perché il fenomeno era ancora agli inizi e il numero di migranti limitato, sia perché era impossibile avere stime certe sull’andamento della situazione, soprattutto in riferimento alla rivoluzione in Libia. Esodo biblico rientra in quel lessico epocale che secondo i ricercatori dell’Osservatorio di Pavia ha caratterizzato il racconto da Lampedusa: “richiama la straordinarietà”, “è il marchio di fabbrica di uno stile narrativo”. [1] Il tono dei servizi è stato allarmistico nel 76% dei casi.
Altri esempi di questo tipo di linguaggio sono “esodo senza precedenti” e tsunami umano (vedi).
“Non ci sarà nessuna invasione – scriveva il 24 febbraio il giornalista Gabriele Del Grande, esperto delle rotte migratorie nel Mediterraneo - Possibile che tutti si siano dimenticati che già prima del 2009 Gheddafi non esercitava nessun tipo di controllo alla frontiera e che al contrario la polizia, corrotta, incoraggiava gli imbarchi per l'Italia? E poi chi ha detto che il milione di stranieri in Libia si trovino lì per venire in Sicilia? E soprattutto, da quando i giornalisti raccontano i fatti prima che accadano? Sarà un dettaglio, ma mentre tutti gridano all’unisono all’esodo biblico, dalla Libia ancora non si è visto arrivare nessuno. Almeno via mare”.
Del Grande spiega (inascoltato) che fino al 2009, cioè prima degli accordi Italia –Libia e dei respingimenti (vedi), quando Tripoli non controllava le sue coste e non bloccava le partenze verso l’Europa, “dalla Libia arrivavano via mare in Italia un numero tra le 20mila e le 30mila persone. Nessuno si spiega allora perché adesso dovrebbero arrivarne dieci o venti volte tante”.[2]
[1] Rapporto a cura dei ricercatori dell’Osservatorio di Pavia- Mirella Marchese e Giuseppe Milazzo – all’interno del rapporto di Medici senza frontiere, Le crisi umanitarie dimenticate dai media 2011, Marsilio Editori, 2012
Quella legata alla guerra in Libia del 2011 è stata una vera “crisi migratoria”, una delle più grandi della storia moderna, dunque effettivamente c’è stato un esodo biblico. Il problema è che i media italiani hanno dato un’informazione distorta perché la fuga di massa di intere popolazioni non si è indirizzata verso l’Italia e l’Europa, ma verso gli Stati africani confinanti. C’è stato dunque un esodo falso, quello che prendeva d’assalto Lampedusa, amplificato dal giornalismo italiano e un esodo vero, che ha investito Egitto e Tunisia ma passato sotto silenzio.
Per capirlo, basta consultare i dati contenuti nel rapporto “Migrants Caught in Crisis: the IOM Experience in Libya”, presentato dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni a Ginevra il 27 aprile 2012 [1].
Dalla fine del febbraio 2011, 790.000 lavoratori migranti hanno attraversato il confine libico verso i paesi limitrofi per fuggire al conflitto nato dalla rivoluzione contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi. Prima della guerra, in Libia vivevano circa 1,8 milioni di lavoratori migranti, su cui si basava infatti la maggior parte del fabbisogno di manodopera. L’enorme movimento di persone non ha avuto solo un enorme impatto per le aree confinanti, ma influenza in modo significativo anche la fase di ricostruzione post-bellica del paese. I profughi erano sia persone che hanno attraversato il confine libico per ritornare nel paese d’origine (Tunisia, Egitto, Chad e Niger), sia cittadini di altri paesi rappresentanti 120 nazionalità diverse.
Di questo ‘esodo’, appena il 3,9% ha interressato le coste di Malta e dell’Italia. In totale 27.465 persone, di cui 25.935 arrivate a Lampedusa e 1.530 a Malta.
Dal punto di vista della crisi migratoria, l’impatto maggiore lo hanno avuto Egitto e Tunisia. In seguito alla rivolta di Benghazi, in soli tre giorni dal 22 al 25 febbraio, 46.700 persone hanno attraversato il confine egiziano, l’86% dei quali erano lavoratori egiziani in Libia che tornavano nel proprio Paese d’origine. Fino a gennaio 2012, l’Oim e le autorità di confine hanno registrato 263.554 profughi di cui circa 174 mila egiziani e quasi 90mila di altre nazionalità. Tra il 28 febbraio e il 3 marzo 2011, 63mila egiziani sono scappati lungo il confine tunisino, rendendo necessaria la loro evacuazione in Egitto dal mare e per via aerea.
Se l’Egitto è stato il primo Paese ad accogliere il vero esodo dei profughi dalla Libia, il Paese che ne ha accolto il maggior numero è la Tunisia, dove si è riversato il 43% del totale. Questo perché il confine è più vicino a città importanti sotto assedio delle bombe come la capitale Tripoli. Dai valichi di Ras Adjir e Dehiba, sono passati,fino a gennaio 2012, circa 137mila tunisini che lavoravano in Libia prima della guerra e quasi 209mila profughi di altre nazionalità. Addirittura il 7 marzo 2011, in un solo giorno sono arrivate in Tunisia 7mila persone. Tra loro moltissime famiglie vulnerabili, minori non accompagnati e persone che necessitavano assistenza medica e psicologica a causa dei traumi del conflitto. Oltre 180mila persone sono tornate in Chad e in Niger, sia attraversando da sole il confine, sia con l’evacuazione aerea dall’Egitto.
Ai migranti che vivevano in Libia, si aggiungono i profughi di nazionalità libica, ma questi ultimi hanno messo in atto una migrazione circolare: sono infatti rientrati nel proprio Paese con la fine della guerra. Degli oltre 247mila che erano andati in Egitto, solo 4.500 ci sono rimasti dopo la fine del regime di Gheddafi. 626mila libici erano scappati in Tunisia, ma anche in questo caso la maggiorparte è rientrata subito in Libia e in ogni caso pochi di loro hanno cercato rifugio nei campi profughi lungo il confine.
A Lampedusa esodo biblico di clandestini. Frattini vola a Tunisi per discutere dell'emergenza
Altri 1.300 immigrati clandestini sono giunti ieri a Lampedusa (in totale siamo a quota 2.600). Donne, uomini, famiglie che fuggono da un Maghreb in rivolta, alla disperata ricerca di un futuro. La giornata registra una serie drammaticamente continua e ininterrotta di sbarchi. L'ultimo aggiornamento ne segnala 18. Numeri provvisori. Altre persone sono state avvistate su due barconi: potrebbero essere altri 200 o 300. Uno dei due è arrivato. Riapre il Cie. Frattini andrà in Tunisia. L'isola è invasa. E si mette in moto la macchina della diplomazia.
(sito internet di un quotidiano nazionale, 14 febbraio 2011)
Maroni: esodo biblico, Ue assente la Tunisia invia le truppe sulle coste
No all'aiuto della polizia italiana. A Lampedusa sbarchi non stop. Poche decine di uomini delle forze dell'ordine gestiscono l'ordine pubblico
(Edizione online locale di un quotidiano nazionale, 14 febbraio 2011)
Lead dell’articolo: LAMPEDUSA - Ne hanno portati via appena 60 ma, solo ieri, ne sono arrivati oltre 1500 (VIDEO). Il mare, ancora per un paio di giorni, sarà buono, le ricognizioni dei velivoli sul Canale di Sicilia e le notizie portate da quanti sbarcano stremati danno una indicazione univoca, che il ministro dell'Interno Roberto Maroni riassume in due parole: "Esodo biblico". In serata la notizia che l'esercito tunisino presidia il porto di Zarzis, principale punto di partenza delle decine di imbarcazioni giunta a Lampedusa, attenua solo in parte l'allarme lanciato dal responsabile del Viminale. "Se in Tunisia non succede nulla, se il governo non riprende a governare, sarà difficile prevedere una fine e potrebbero arrivare in decine di migliaia. Le persone che scappano da un Paese allo sbando hanno diritto alla protezione internazionale e per questo non possiamo certo rimandarli indietro".
(Edizione online locale di un quotidiano nazionale, 14 febbraio 2011)
Profughi tunisini in Sicilia
E si teme l’ondata egiziana
Rischio esodo
Caos A lampedusa sbarcano 300 in due giorni. E ora il caos al Cairo potrebbe spingere milioni di persone a fuggire.
(quotidiano nazionale, 11 febbraio 2011)
Nel testo dell’articolo oltre a usare in modo scorretto la parola ‘clandestini’ come sinonimo di ‘profughi’ (leggi voci corrispondenti), si fanno previsioni allarmistiche senza un fondamento reale. Si cita il fatto che L’Egitto non è la Tunisia (80 milioni di abitanti contro 10) e si conclude che L’esoso questa volta rischia di essere molto più che un’emergenza. In coda al pezzo, l’autrice dell’articolo rende il tutto ancora più ansogeno: la paura dell’esodo non è solo italiana. La Francia guarda atterrita verso il Maghreb.
(Servizio televisivo di un telegiornale nazionale, il 13 febbraio 2011)
Argomento del servizio: Riapre a Lampedusa il centro di accoglienza per far fronte al dramma di migliaia di tunisini che continuano a sbarcare.
Ecco cosa dice l’inviato da Lampedusa:
“È un doppio incarico quello che hanno i volontari e le forze dell’ordine, quello di accogliere chi arriva e di fare mangiare e bere quelli che sono già arrivati e che invadono Lampedusa, si è parlato di esodo biblico, è veramente qualcosa di impegnativo e soprattutto non si vede la fine di questo….
Viene lanciato un servizio realizzato nel corso della giornata dallo stesso inviato che dà voce ai tunisini sbarcati con diverse interviste. Il servizio si conclude con queste parole: “E appena aperto il centro ecco altre 300 persone appena sbarcate, come cercare di svuotare il mediterraneo con un cucchiaio”.