Demente (demenza precoce, demenza senile, morbo di Alzheimer, Parkinson)
Demente è un aggettivo usato anche in forma sostantivata, deriva dal latino demens -entis, composto di de- con valore privativo e mens «mente» (quasi un 'senza mente'). La parola vuol dire “affetto da demenza” e, nel linguaggio comune, “pazzo, privo di senno, stolto, anche come ingiuria”. Da qui, l’aggettivo demenziale, che letteralmente, vuol dire “relativo alla demenza”, ma per estensione, nel linguaggio comune, significa: “insensato, assurdo (da pazzi)”. (Treccani)
Il significato estensivo dell’aggettivo, così come è presente nel linguaggio comune, fa capire come si tratti di una parola ambigua, a cavallo fra disabilità intellettive e patologie psichiatriche. Perchè il significato comune apparenta il "demente" con il "folle", a causa delle dizioni desuete di demenza precoce e la demenza schizofrenica. Ma in senso medico, il concetto di demenza si riferisce a tutt'altro: è un “grave processo di deterioramento delle facoltà intellettive”. Si tratta quindi di una progressiva perdita delle funzioni cerebrali. A causare demenza sono le malattie neurodegenerative che rappresentano una vera e propria emergenza clinica e sanitaria per i Paesi più sviluppati, dove si vive fino a età avanzata. Tra le forme di demenza troviamo la malattia di Alzheimer; la demenza senile; la demenza arteriosclerotica. Sindromi demenziali possono osservarsi nei tumori cerebrali, specie in quelli frontali a lento decorso, nella sclerosi diffusa (malattia di Schilder), nella corea di Huntington, nella malattia di Creutzfeld-Jakob, nel parkinsonismo, nella pellagra, nell’idrocefalo normoteso. (Treccani)
La malattia di Alzheimer:
Demenza è un termine usato per descrivere diverse malattie cerebrali che comportano l’alterazione progressiva di alcune funzioni (memoria, pensiero, ragionamento, linguaggio, orientamento, personalità e comportamento) di severità tale da interferire con gli atti quotidiani della vita. La demenza non ha confini sociali, economici, etnici o geografici. La malattia di Alzheimer è la più comune causa di demenza (rappresenta il 50-60% di tutti i casi). È un processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule cerebrali, provocando quell’insieme di sintomi che va sotto il nome di “demenza”, cioè il declino progressivo e globale delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione. [1]
[1] http://www.alzheimer.it/ sito della Federazione Alzheimer Italia
Le demenze si differenziano dal ritardo mentale perché implicano un deterioramento dell’attività psichica (e non un arresto del suo sviluppo) dovuta ad esempio a demenza senile, alzheimer, ecc..
La demenza è la perdita, il ritardo mentale è un mancato sviluppo.
Le demenze si differenziano anche dalle psicosi
La psicosi è una sindrome psicopatologica caratterizzata dal distacco più o meno accentuato fino alla perdita del contatto con la realtà; non è un morbo, ma un insieme di sintomi (sindrome) che si manifestano nel corso di molte affezioni, ad esempio: schizofrenia, paranoia, disturbi dell’umore, ecc.
Nell'uso comune il significato che viene attribuito alla parola "demente" è molto simile a "pazzo", "folle". Questo anche perchè la schizofrenia, uno dei più gravi disturbi psichiatrici, comporta un impoverimento dell’intelligenza e della personalità tale da essere originariamente descritto come demenza precoce. Fu lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin nell'Ottocento a elaborare il concetto di dementia praecox, a proposito della schizofrenia, chiamata poi così nel corso del Novecento.
Incidenza e previsioni:
- 36 milioni di persone nel mondo sono affette da demenza, in Italia i malati di Alzheimer sono un milione (stime 2011 dell'Alzheimer’s disease International). La seconda patologia neurodegenerativa dopo l’Alzheimer è il Parkinson, che colpisce circa 250 mila persone (Associazione italiana parkinsoniani). Il loro numero è in crescita anche fra i giovani.
- Secondo le stime: 66 milioni di persone nel mondo saranno affette da demenza nel 2030 (proiezione Adi, 2011)
- 115 milioni di persone nel mondo saranno affette da demenza nel 2050 (proiezione Adi, 2011)
La percentuale maggiore, seppure del 20-50%, dei casi diagnosticati in tempo si concentra negli stati ricchi. Mentre in quelli poveri, ciò accade soltanto per il 10% delle situazioni.
Se la spesa mondiale per la demenza, che ammonta a più dell'1% del Pil globale (dati "Rapporto Mondiale Alzheimer 2010"), fosse un bilancio nazionale, corrisponderebbe a quello del diciottesimo tra i paesi più ricchi del mondo. Nei Paesi Bassi, dal 2002 il numero delle cliniche della memoria è quintuplicato, i pazienti sono aumentati di otto volte, mentre la quantità di diagnosi precoci effettuate è passata dal 5% al 27%. Nel Regno Unito, le diagnosi precoci rivelatesi efficaci sono salite del 63%. Continuano a rimanere più elementari e rudimentali gli strumenti di prevenzione adottati nelle zone povere del mondo.
La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa in ordine di frequenza, dopo l’Alzheimer. In Italia il numero di persone colpite è in crescita anche fra i giovani, che solitamente non vengono accostati a questa patologia. L'insorgenza dei primi sintomi si fa sempre più precoce: dei circa 5 mila nuovi casi all'anno (l'incidenza è di 100-150 casi ogni 100 mila abitanti), il 25% è concentrato nella popolazione di età sopra i 60 anni, con un caso su due a insorgere fra i 40 e i 60 anni e il restante 25% fra i 20 e i 40. L'impatto sociale della malattia costa al Sistema sanitario nazionale italiano oltre 2 miliardi di euro all'anno. Dal 2000 le condizioni di vita dei malati di Parkinson sono migliorate sensibilmente al punto che se fino agli anni '70 la durata della malattia era di 10-12 anni (dopo sopraggiungeva la morte), al 2011 l'aspettativa di vita dei pazienti è uguale a quella di chi non è ammalato.
I malati di Parkinson rappresentano circa il 3 per mille della popolazione mondiale e l'1% di quella al di sopra dei 65 anni (la malattia si riscontra più o meno nella stessa percentuale nei due sessi). In Europa si stima che i pazienti passeranno da 1 milione 255 mila a quasi un milione e mezzo nel 2012.
Fonte: Guida all'informazione sociale di Redattore Sociale
Persona colpita da malattia neurodegenerativa, persona colpita da (affetta da) Alzheimer/Parkinson, ecc..
Simone Cristicchi: "Io vittima dello squadrismo rosso, i contestatori? Dementi che si danno l'aria da intellettuali"
(testata nazionale online, 22 marzo 2014)
[...]Nei confronti dei contestatori il cantautore romano non ha parole concilianti: "Si tratta di dementi - spiega - che si danno un'aria da intellettuali ma che si comportano solo con violenza. È - dice - squadrismo rosso". Cristicchi racconta la paura delle contestazioni: "A Scandicci - racconta - ho avuto paura dove sono entrati in teatro alcuni dei centri sociali". Una situazione che non è affatto migliorata: "Davanti ai teatri - dice - c'è sempre la polizia, ce n'è stata tanta anche a Roma dove hanno imbrattato il teatro vittoria".[...]
Come abbiamo visto, la demenza è una diagnosi medica ben precisa, effetto di gravi malattie neurodegenerative e non ha a che fare con “persone fuori di testa” o “folli”, al contrario dell’uso spregiativo che ancora si fa delle parola 'dementi'.