A differenza di quanto si crede comunemente, vale a dire che con il sistema del ricongiungimento familiare praticamente tutti i migranti che arrivano in Italia si portano poi dietro la famiglia, in realtà questo diritto è subordinato a una serie di requisiti piuttosto stringenti. Per ottenerlo, il cittadino straniero deve avere un alloggio conforme ai requisiti igienico sanitari e di idoneità abitativa certificati dal comune e avere un reddito minimo annuo non inferiore all’importo dell’assegno sociale aumentato della metà dell’importo per ogni familiare da ricongiungere. A questo, ovviamente, si aggiunge la documentazione necessaria per dimostrare i rapporti di parentela. A volte la procedura è così lunga oppure è molto difficile rispettare i parametri abitativi richiesti, che non è raro il caso di chi preferisca fare arrivare i parenti in modo irregolare (ad esempio via mare dal Nord Africa) per poi regolarizzarsi in un secondo momento. In altre occasioni, i sindaci di alcuni comuni hanno cercato di limitare le possibilità di ricongiungimento familiare con ordinanze che andavano a incidere sui parametri abitativi dell’alloggio (vedi scheda casi).
Montecchio Maggiore è un comune di circa 23mila abitanti in provincia di Vicenza. Con la delibera n.233 del luglio 2009 il sindaco Milena Cecchetto (della Lega Nord e autrice di ordinanze come quella sui volantini solo in lingua italiana) stabiliva criteri più restrittivi rispetto alla norma nazionale riguardo alle dimensioni minime in metri quadri delle abitazioni per i soli cittadini stranieri. La delibera, intervenendo sui parametri per il rilascio del certificato di idonietà abitativa, rendendoli più esigenti, aveva l’effetto di bloccare i procedimenti di ricongiungimento familiare e di rilascio del permesso di soggiorno CE. Il testo è stato impugnato da sindacati Cgil, Cisl e Uil e immigrati. E il tribunale ha dato loro ragione. Nella sentenza, il giudice Francesco Lamagna condanna il Comune e ingiunge «la cessazione della condotta produttiva degli effetti discriminatori e la rimozione dei suoi effetti, con divieto di porre in essere atti e comportamenti analoghi anche per il futuro». La delibera anti- immigrati era stata bocciata anche dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione. L'Unar ne aveva chiesto il ritiro, sottolineando che il provvedimento- con il quale si stabilisce il numero di occupanti, anche temporanei, di un alloggio, in relazione alle sue dimensioni (2 persone per 60 mq, 3 persone per 70 mq, 4 per 85 mq, 5 per 95 mq e cosi' via) - non e' coerente “con i principi generali dell'ordinamento, oltre che della Costituzione italiana e del diritto europeo”. Infatti, in base alle direttive del Ministero dell'Interno, gli alloggi considerati idonei per il ricongiungimento familiare degli immigrati devono corrispondere a “parametri generalmente stabiliti per tutta la cittadinanza, su tutto il territorio nazionale”.
Pesanti gli effetti sui residenti immigrati. «La delibera ha messo seriamente in difficoltà le famiglie straniere, molte delle quali si sono ritrovate improvvisamente non in regola e costrette ad abbandonare l'abitazione - ha affermato a settembre 2010 il sindacalista vicentino della Cisl, Giancarlo Pederzolli - Se la delibera continuasse ad essere applicata, sarebbero circa cinquecento le persone che dovrebbero cambiare casa». Secondo un altro sindacalista, Maurizio Ferron della Cgil ci sono state “ispezioni effettuate dai vigili anche alle 3 di notte per misurare le dimensioni degli appartamenti occupati dagli immigrati. Una famiglia rischiava di dover abbandonare la propria casa perché, per soli 22 centimetri quadrati, non rientrava nei parametri fissati”.
Qui di seguito riportiamo due articoli di cronaca locale sulla vicenda. Sottolineamo come nel primo caso il titolo ‘appartamenti abusivi’, seppure con l’aggettivo fra virgolette, è scorretto perché, come ha dimostrato il tribunale, abusiva e illegale perché discriminatoria era la delibera del comune. L’aggiunta di “Fioccano le prime multe” inquadra la cosa in una presunta ed errata ottica securitaria, nonostante l’articolo riporti la testimonianza di un sindacalista che denuncia la discriminazione subita dagli immigrati.
Appartamenti "abusivi" Fioccano le prime multe
I vigili urbani stanno controllando l'idoneità degli alloggi rispetto ai nuovi parametri Sanzioni di 60 euro a decine di famiglie straniere. Permessi a rischio
(quotidiano locale, 3 aprile 2010)
Alcuni appartamenti di Alte occupati da famiglie di extracomunitari. Fioccano le prime multe agli stranieri non in regola con i parametri abitativi stabiliti dall'amministrazione di Montecchio. Sarebbero circa una trentina le sanzioni comminate ai migranti residenti in città dopo i controlli dai primi giorni dell'anno ad oggi, effettuati dalla polizia locale. A spiegarlo è Maurizio Ferron di Cgil: «Molti stranieri proprietari, o affittuari, di appartamenti si sono rivolti a noi, agli altri sindacati e alle agenzie immobiliari perchè non corrispondono più ai parametri e quindi hanno ricevuto multe». Ferron afferma, dati alla mano, che diverse famiglie, dopo i controlli, hanno ricevuto sanzioni di circa 60 euro perchè il loro alloggio non corrispondeva alla normativa comunale: «E non si tratta solo di nuclei familiari il cui permesso di soggiorno è in fase di scadenza - dice - ma a diverse il rinnovo è fra mesi o anche un anno». Il motivo della sanzione spesso è dovuto ai metri quadri inferiori di uno o due locali dell'appartamento: «Ad esempio c'è una famiglia di padre, madre e due bambini in tenera età - osserva il sindacalista - che vivono in un appartamento ad Alte. Dai controlli è emerso che la superficie del soggiorno è inferiore di 2 metri quadri ai 15 previsti dalla delibera». Il capofamiglia ha ricevuto una sanzione di 60 euro e l'appartamento è risultato non idoneo: «Queste quattro persone in pratica, pur avendo contratto un mutuo per l'acquisto dell'alloggio nel 2005, non possono abitarvi per pochissimi metri quadri». «E se fra 60 giorni la polizia locale dovesse eseguire di nuovo controlli negli stessi appartamenti inevitabilmente scatterebbe la multa bis e così via sino alla scadenza del permesso di soggiorno. A quel punto quel capofamiglia non avendo più una casa abitabile non si vedrebbe rinnovare il permesso di soggiorno». […] L'amministrazione ha deciso di confermare l'equiparazione dei parametri abitativi per i cittadini italiani e stranieri ed estendere l'applicazione anche all'ospitalità degli extracomunitari, anche se regolari infatti nessun straniero può essere ospitato quando la sua presenza comporti il superamento del numero massimo di persone previsto. […]L'amministrazione comunale ha deciso di riportare a 41 metri quadri lo spazio abitativo minimo per due persone all'interno di un'abitazione; spazio che era stato ridotto a 38 mq con un provvedimento del 2006 dell'amministrazione Scalabrin. Lo spazio minimo per tre persone è passato da 42 mq ad almeno 60; quello per 4 persone da 56 a 70 mq, e così via fino ai 150 mq per 10 persone. È rimasta invece invariata la superficie abitativa minima per una persona: 28. La delibera ha provveduto a riorganizzare anche l'architettura delle stanze: ogni alloggio deve disporre, in relazione al numero delle persone ospitate, di una stanza soggiorno, cucina o salotto di almeno 15 mq. Deve avere una superficie minima delle camere da letto: per una persona pari ad almeno 9 mq, per due persone di almeno 14 mq e per tre persone di almeno 23 mq.
In questo secondo esempio, la vicenda viene inquadrata quasi in una polemica politica fra maggioranza e opposizione, fra sindaco e sindacati. Il problema qui è il non aver indagato e approfondito i rischi ad esempio per il diritto al ricongiungimento familiare che questo provvedimento attuava, né aver raccontato l’esperienza diretta delle famiglie coinvolte, che si sono ritrovate a essere improvvisamente illegali in casa propria.
Giunta denunciata per razzismo
Montecchio finisce in tribunale
Il tribunale di Vicenza dovrà esprimersi dopo il ricorso presentato da sindacati e famiglie straniere. Contestate le delibere approvate un anno fa su idoneità alloggio e parametri abitativi. «Sono una discriminazione»
(quotidiano locale, 22 settembre 2010)
Montecchio. La giunta comunale potrebbe rispondere davanti al tribunale di Vicenza del reato di discriminazione e razzismo. È l'effetto della denuncia presentata da alcune famiglie straniere con il sostegno di Cgil, Cisl e Uil, dopo che l'amministrazione oltre un anno fa aveva approvato la delibera sull'idonenità alloggio che ridefinisce i parametri abitativi degli alloggi in cui vivono gli immigrati. La denuncia per discriminazione fatta dal sindacato che è stata depositata meno di un mese fa, dovrà ora essere vagliata dal magistrato inquirente. E in attesa della sentenza che potrebbe arrivare tra qualche settimana, emergono altri fatti che secondo la triplice potrebbero avvallare la tesi della discriminazione. «Denunceremo altri atti discriminatori», spiegano i vertici delle tre sigle sindacali che da un anno attendono un segnale di distensione da parte del Comune. Cgil, Cisl e Uil non solo contestano la legittimità della delibera, ma anche una recente disposizione firmata dal sindaco Cecchetto che impone agli uffici di accertare l'idoneità degli appartamenti degli stranieri prima di concedere l'iscrizione all'anagrafe. Sempre fonti sindacali poi denunciano la raffica di multe ai danni degli immigrati e i metodi adottati dalla Polizia locale nella verifica dei parametri abitativi. Basta e avanza per il sindacato per ricorrere alla magistratura con una denuncia-esposto per discriminazione di cui si attende la sentenza. L'amministrazione dal canto suo ha sempre difeso le delibere 233 del 6 luglio 2009, e 347 del 9 dicembre 2009 «in quanto ristabiliscono i parametri definiti dalla Regione e in vigore a Montecchio fino al giugno 2006. Parametri che questa amministrazione ha riapplicato senza alcuna modifica dopo il periodo di "deroga" sostenuto dalla passata giunta». Una posizione da sempre contestata dalle minoranze in Consiglio, dal sindacato e dalle associazioni straniere e visto che la delibera non è stata ritirata si è passati alla denuncia. Domani una conferenza stampa indetta a Vicenza da Cgil, Cisl e Uil spiegherà i termini di una denuncia che era nell'aria da tempo.