Pilota dell’aviazione militare giapponese, appartenente a un corpo di volontarî (entrati in azione alla fine della seconda guerra mondiale) destinati a gettarsi con il velivolo carico di esplosivo contro l’obiettivo nemico, sacrificando coscientemente la propria vita per la sicurezza di non fallire lo scopo; anche, il velivolo da essi adoperato.
Membro di un gruppo militare o terroristico che compie un attentato, sacrificando per motivi ideologici o religiosi la propria vita.
La parola martire porta con sé il senso della difesa, ma viene usata spesso come sinonimo di “suicida” o “kamikaze”, il discorso è ben più complesso come conferma Ejaz Ahmad, mediatore culturale e giornalista: “Kamikaze è una parola giapponese che significa vento di dio, i piloti giapponesi lo facevano nella seconda guerra mondiale, mentre per il mondo islamico è un suicidio, non un martirio. Nel Corano il suicidio è proibito.
L’attacco suicida è un atto terroristico perché molte volte attacca i civili. Nell’islam è proibito, nel mondo islamico questa azione è considerata negativa, nella parola kamikaze sembra che i musulmani legittimano l’azione terroristica. Noi non consideriamo gli attacchi terroristici un martirio. Quelli spinti dal fondamentalismo sono suicidi e atti terroristici ma non martiri, i martiri sono quelli delle guerre”.
Invece, shahid è chi muore per la fede cadendo in combattimento contro non musulmani, ma anche contro un regime iniquo che contesta, oppure, com’è il caso delle occupazioni in Palestina e in Iraq, sotto le macerie della propria abitazione bombardata dagli occupanti. La parola comprende anche il significato di colui che si offre in sacrificio per la causa che ritiene sacrosanta “testimoniando” in questo modo la propria fede. È il caso suicidi volontari in Palestina, da tradursi alla lettera con “operazioni di martirio”. Appare perciò evidente un’analogia –che diremmo rimossa nell’attuale comunicazione sull’islam – con il concetto di “martire” espresso nella lingua italiana e molto vicino al martire della religione cattolica: “Chi affronta e subisce coscientemente la morte per la patria, per la propria fede politica, per un alto ideale”.