Fondamentalismo
Dal dizionario ricaviamo due accezioni di questo lemma:
nel primo caso è riconducibile al movimento religioso protestante, diffuso soprattutto negli Stati Uniti, che, in opposizione al protestantesimo liberale e a tutte le tendenze razionalistiche e critiche, accoglie ed impone come «fondamenti» (fundamentals) del cristianesimo l’accettazione, oltre che dei dogmi, dei miracoli, e dell’infallibilità della Bibbia, anche dell’ispirazione verbale di questa, ammettendone la sola interpretazione letterale, fino a vietare, talvolta, l’insegnamento di teorie scientifiche che possano apparire in disaccordo con il racconto della creazione nel Genesi;
nel secondo caso invece, si riferisce al rigorismo religioso e intransigenza politica di alcuni gruppi di integralisti islamici che, opponendosi a qualsiasi interpretazione evolutiva della legge coranica, invocano un’applicazione rigorosa dei suoi principî originari negli ordinamenti attuali.
Molti, come evidenzia A. Rivera, sono gli slittamenti semantici che riguardano l’islam: uno fra i più correnti è costituito dalla metonimia che trasforma gli immigrati in musulmani, un termine, che a sua volta, diventa sinonimo di potenziali fondamentalisti, integralisti e terroristi. In effetti fino al censimento 2001 gli immigrati di nazionalità marocchina erano i più numerosi in Italia, ma non è certo detto che tutti fossero convinti musulmani e tantomeno integralisti e terroristi.
Tuttavia l’esagerazione e la deformazione comunicativa, insieme alla costruzione di immagini negative sugli immigrati hanno sempre costituito un circolo vizioso fino a creare una vera e propria retorica dell’islamizzazione degli immigrati.
Oggi non è immediato ricondurre il tema del fondamentalismo in maniera esclusiva al movimento che ha attraversato il protestantesimo all’inizio del secolo scorso e ricordarsi che all’interno delle tre religioni rivelate il fondamentalismo è utilizzato per indicare l’ala più conservatrice che non ammette critiche e limitazioni e che impone i dettami religiosi come legge.
In alternativa sarebbe più opportuno parlare di radicalismo islamico trattandosi in effetti di atteggiamenti conservativi che pur riguardando una stessa religione, come fa notare E. Pace, “funzionano come piccoli o grandi attori collettivi che devono vedersela con le risorse umane e simboliche presenti nell’ambiente sociale nel quale diventano protagonisti o antagonisti”.
O meglio ancora di fondamentalismi al plurale trattandosi in effetti di atteggiamenti conservativi che riguardano religioni diverse e che pertanto si manifestano in maniera diversa.
I timidi passi dell’islam contro i fondamentalisti
Nell’immobile Islam qualcosa si muove. Una donna, è stata eletta al Consiglio nazionale federale nelle prime elezioni nella storia degli Emirati Arabi Uniti. Questo lo si può considerare un fenomeno del tutto nuovo e riguarda la partecipazione delle donne alla vita pubblica
(testata nazionale, 8 agosto 2007)
Come evidenzia l’esempio giornalistico, anche l’elezione di una donna a una carica pubblica prestigiosa, viene letta come un “timido” passo contro i fondamentalismi, l’“immobile islam” si muove ma lo fa timidamente. Anche in questo articolo, in cui di fondamentalismo non si parla, lo si accosta comunque all’islam con un accezione prevalentemente negativa che ne restituisce un’immagine di immutabile staticità. Per questo stesso meccanismo molto spesso nella comunicazione pubblica, all’interno dell’ampia categoria “fondamentalismi islamici” ritroviamo tanto gli attacchi terroristici del movimento qaedista di New York, Madrid e Londra, che i comportamenti e le pratiche alimentari e vestiarie delle donne e degli uomini musulmani.