Il Corano (in arabo al-Qur’ān, recitazione salmodiata) è il principale testo sacro di riferimento della religione islamica, detto anche al-kitab, il libro per antonomasia.
L’importanza che questo testo sacro ha per l’Islam non è di immediata comprensione per il non musulmano: non è infatti il corrispettivo della Bibbia per i cristiani come spesso si tenderebbe a pensare, bensì la concretizzazione stessa della parola di Allah, di Dio, più simile in questo alla figura di Gesù Cristo che alla sua parola trascritta nel Nuovo Testamento. Per dirla con S. Mervin “ Nel Cristianesimo, il verbo divino si è incarnato in Gesù; nell’Islam si è fatto libro.”[1]
Questo può forse contribuire a spiegare perché un attacco o una profanazione del Corano abbiano una tale eco tra i credenti.
Benché sia indubbiamente il testo piùimportante e noto, il Corano non è l’unico testo fondante la legge islamica (vd. Shari’a): la Sunna (letteralmente “codice di comportamento”) infatti costituisce una fonte ricchissima e preziosa per l’elaborazione della dottrina e del costume islamici.
La Sunna è costituita dall’insieme di fatti, gesta e prese di posizione attribuite al profeta: queste notizie vengono estrapolate a partire dagli hadith, brevi racconti aventi per oggetto aneddoti della vita del Profeta e dei suoi compagni, trasmessi oralmente e raccolti per iscritto successivamente.
Gli hadith – costituiti da una catena di garanti che enumera il succedersi dei trasmettitori dell’informazione e dal testo vero e proprio – costituiscono una risorsa fondamentale a cui attingere per i fedeli e per l’elaborazione della dottrina dell’islam: il loro considerevole numero e la loro grande variabilità consente di approcciare una grande varietà di eventualità che possono manifestarsi nella vita di un credente.
È opportuno tuttavia rilevare la profonda differenza strutturale fra gli hadith e il Corano: mentre i primi sono essenzialmente fatti relativi alla vita del profeta – sulla cui attendibilità si è discusso e si discute ancora- il secondo è, per i credenti, un testo di pura ispirazione divina, letteralmente “sceso” sul profeta, per sua stessa natura inopinabile e incontrovertibile.
È importante dunque saper distinguere a quale fonte si fa riferimento, perché le due hanno un peso specifico diverso e vengono utilizzate in maniera differente.
[1] S. Mervin L’Islam. Fondamenti e dottrine Bruno Mondadori 2001, pag 15