In Italia non esiste una sola definizione che chiarisca il concetto di “non autosufficienza”. La categoria spesso viene inglobata nell’area della disabilità e in quella degli anziani. Diversi sono gli strumenti presenti per l’accertamento del bisogno assistenziale e per la conseguente attivazione dei servizi: il riconoscimento della invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento, gli accertamenti per l’accesso ai servizi sanitari e ai servizi sociali.
Nel 2012 (governo Monti), quando la legge di stabilità ha destinato al fondo per la non autosufficienza 200 milioni di euro, i malati di Sla sono saliti sulle barricate, manifestando la propria insoddisfazione con scioperi della fame e minacciando di staccare i respiratori, nel caso in cui il fondo non fosse stato almeno raddoppiato. Il 21 novembre 2012, dopo l’ennesimo presidio, il Comitato 16 novembre ha incassato l’impegno, da parte del ministero del Tesoro, di integrare il fondo, per destinare risorse maggiori innanzitutto alle “gravissime disabilità”. Competenza che però spetta al Parlamento con la legge di stabilità e a cui non è stato ancora dato corso. Di qui, il dibattito, iniziato a fine anno 2012 e tuttora in corso, sulla definizione di “grave e gravissima disabilità”: una definizione che, di fatto, in Italia ancora non esiste, mancando criteri condivisi a livello nazionale per individuare questi casi e destinare loro risorse e interventi adeguati. [1]
[1] Guida all'informazione sociale di Redattore Sociale
La non autosufficienza evidenzia gli squilibri del welfare tra nord e sud Italia:
Secondo l’Istat, la disabilità cresce con l’età: dai 70 ai 74 anni è pari al 9,7%, si eleva al 17,8% nella fascia dai 75-79 anni e riguarda il 44,5% degli 80enni. In Italia per l’Istituto di statistica, oltre 2 milioni di anziani nel 2008 riportavano una condizione di totale mancanza di autosufficienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana. Dati confermati anche dallo Spi-Cgil nell'indagine del 2011 sulla non autosufficienza, sull’Assistenza domiciliare integrata (Adi) e sullo stato di salute dell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali rivolti alle persone anziane: 2 milioni e 600 mila le persone non autosufficienti in Italia, di cui 2 milioni gli anziani. Secondo i dati dello Spi-Cgil, la domanda di servizi di assistenza per i non autosufficienti è prevalentemente sopperita dal ricorso ad assistenti familiari, che hanno raggiunto quota 780 mila su tutto il territorio nazionale.
Per lo Spi-Cgil solo il 4,1% del totale della popolazione anziana complessiva usufruisce dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi): si tratta di 502.475 persone, ovvero solo di una persona non autosufficiente su cinque. Di questi, oltre 414 mila (4,9% della popolazione anziana) risiedono nelle regioni del centro-nord, 192 mila (7,9%) in quelle del nord-est, 121 mila (3,5%) in quelle del nord-ovest, 101 mila (3,9%) in quelle del centro e 88 mila (2,3%) in quelle del sud.
Secondo quanto riferisce il secondo Rapporto del Network per la non autosufficienza, promosso dall’Irccs-Inrca, che fa riferimento ai risultati dell’Indagine multiscopo dell’Istat, condotta su oltre 25 mila over 65 nel 2008, risulta che nelle regioni del sud Italia vive la maggior parte degli anziani non autosufficienti: a fronte di un tasso nazionale pari a 18,7%, la percentuale stimata raggiunge il 26,1% in Sicilia, il 24,2% in Puglia e il 22,8% in Calabria. Al nord, il fenomeno ha invece dimensioni più contenute e le province autonome di Trento e Bolzano, con il 12,9%, si aggiudicano il primato per il livello di autonomia della popolazione anziana.
Fonte: Guida all'informazione sociale di Redattore Sociale
Muore Raffaele, malato Sla: presidiava ministero
Colpito da infarto in un hotel Raffaele Pennacchio, del Comitato 16 novembre per i malati di Sla. La vice dell'associazione Lamana: «La sua morte pesa sulla coscienza del governo».
(quotidiano nazionale, edizione online, 24 ottobre 2013)
È morto ieri per un infarto in un albergo a Roma Raffaele Pennacchio, 55 anni, malato di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica): era appena rientrato in hotel dopo un sit-in sotto il Ministero dell'Economia e un incontro con il governo sull'assistenza alle persone non autosufficienti. Pennacchio era membro del Comitato 16 novembre onlus, l'associazione che rappresenta i malati di Sla e con patologie altamente invalidanti che conducono alla totale non autosufficienza. Pennacchio con altri disabili gravi da alcuni giorni stava facendo uno sciopero della fame per ottenere dal governo un intervento più concreto in favore delle persone non autosufficienti. Secondo Giuseppina Vincentelli, moglie del segretario del Comitato 16 novembre Salvatore Usala, «la morte non dipende dalla malattia nè dallo sciopero della fame, ma dall'affaticamento che Pennacchio ha avuto durante la giornata. Nessuno se lo aspettava: usciti dal Ministero era tranquillissimo e sorrideva». «Raffaele non si è risparmiato un attimo, era stanco e provato», ha spiegato Mariangela Lamanna, vicepresidente dell'associazione, anche lei a Roma: «è vergognoso che un disabile abbia dovuto fare nove presidi in un anno e mezzo per avere l'attenzione del governo. È un morto che dovranno portarsi sulle coscienze».
Sla, malato muore dopo il presidio a Roma per i diritti dei disabili
Raffaele Pennacchio, 55 anni, si è accasciato in un albergo romano dopo avere partecipato a una 2 giorni di mobilitazioni del Comitato 16 novembre. Gli attivisti avevano ottenuto l’aumento del fondo per la non autosufficienza e assistenza domiciliare agli invalidi gravi e gravissimi. E fanno sapere: "Denunceremo i ministri". L'ultima intervista video
(quotidiano nazionale, edizione online, 24 ottobre 2013)