Il termine sufismo (tasawwuf in arabo) definisce la mistica tipica dell’Islam. Questa pratica si basava essenzialmente su tre fondamenti: la recitazione e meditazione del Corano, la tensione verso il modello incarnato dal Profeta e la sua ascensione celeste (nb. Episodio citato nel Corano e narrato in alcuni hadith in cui Maometto ascende al cielo, archetipo della tensione verso l’avvicinamento a Dio di tipo spirituale e ascetico).
Queste confraternite si caratterizzano per la lettura mistica ed esoterica del Corano, da cui deriva la tendenza a sminuire - quando non a disprezzare - le pratiche esterne e superficiali di devozione a Dio, privilegiando la ricerca dell’unione mistica con esso.
I sufi si sono storicamente raggruppati in confraternite denominate tariqa,(in arabo “via, percorso”) attorno a un fondatore che ne ha dettato le pratiche e gli esercizi spirituali peculiari. Il culto dei sepolcri di questi fondatori, denominati wali, amici di Dio, viene spesso equiparato al culto dei santi cattolico, anche se è opportuno ricordare come nell’islam non sia presente un clero né esistano prassi per la beatificazione o santificazione.
Al giorno d’oggi si contano numerose confraternite, quasi tutte facenti parte dell’Islam sunnita, che si differenziano per i riti e il maestro a cui fanno riferimento.