Deficit (dal latino deficere = mancare, essere carente), sia esso motorio, psichico o sensoriale, nella nostra lingua si riferisce a una mancanza oggettiva. Tuttavia, il deficit non è malattia, è solo il danno biologico che può derivare da una malattia, da un incidente o manifestarsi come una caratteristica presente dalla nascita. Il deficit, al contrario della malattia, è incurabile e resta sempre invariato.
Il problema più comune e frequente nell'uso del termine deficit è la confusione che si fa con la parola handicap (vedi anche handicappato) . La differenza è che il deficit è proprio della persona, l’handicap deriva dal contesto.
Ecco come lo spiega Franco Bomprezzi, giornalista e opinionista:
Vi faccio un esempio: io che sono su carrozzina, entro in un bar per bere un Martini e incontro all’entrata tre gradini. In questo caso il mio deficit resta invariato, mentre il mio handicap aumenta.
Se invece di fronte al bar trovo una rampa, il mio deficit resta sempre uguale a differenza del mio handicap, che diminuisce. Ma c’è dell’altro. Quando entro nel bar, tutti si girano a guardarmi con gli occhi pieni di curiosità. Anche in questo caso il mio deficit resta invariato, ma ora vi chiedo: l’handicap di chi è? Solo di chi guarda, che non sa come rapportarsi con me e il mio deficit. Tutto ciò apre una riflessione interessante: il deficit è solo mio, l’handicap coinvolge tutto il contesto intorno a me.
Da questo punto di vista, una locuzione completamente erronea é affetto da handicap. In realtà il deficit non è una malattia, ma il danno biologico che deriva da una patologia, quindi neanche affetto da deficit è un'espressione corretta. Una persona può essere affetta da una malattia e come conseguenza di ciò riportare un deficit. Quindi il modo giusto di dire è che la persona ha o presenta un deficit.
Riassumendo: la malattia può produrre una menomazione (o danno o deficit), cioè una perdita o anormalità di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche.
A causa di una o più menomazioni si può avere una disabilità, cioè delle carenze, parziali o totali, in una certa attività.
A causa di una o più disabilità (o anche come conseguenza della menomazione) si può avere una situazione di handicap, cioè un insieme di effetti negativi per la vita di una persona inserita in una certa comunità.
Il termine handicap viene quindi utilizzato per riferirsi alle difficoltà effettive che un individuo incontra. Così è possibile che una disabilità produca handicap più gravi in una società, che non in un’altra. Ad esempio l’handicap collegato con menomazioni e disabilità a livello motorio tende ad essere maggiore in una economia primitiva rurale (dove è richiesto molto lavoro manuale) che non nella nostra società. La situazione è inversa in caso di disabilità che coinvolgano le funzioni intellettive, dato che nella società attuale esse sono più valorizzate che nel passato.
L’espressione italiana “situazione di handicap” esprime ancor meglio del solo termine handicap (più usato in inglese) il fatto che ci si riferisce ad un insieme di effetti contestualizzati, cioè riferiti alla società in cui l’individuo vive. [1]
[1] Deficit, disabilità e situazioni di handicap: non sono intercambiabili,
http://integrazionedisabilita.comune.modena.it, 14 febbraio 2011
Ecco alcuni esempi di articoli scorretti in cui si usa la parola 'handicap' in modo errato, al posto di 'deficit' che è quella corretta.
Carabinieri arrestano il marito-orco
Picchiava la moglie affetta da handicap
Il 51enne pretendeva che la moglie, disabile a seguito di un ictus, gli preparasse la cena.
(quotidiano locale online, 23 maggio 2014)
Vent'anni di violenze e soprusi sono stati interrotti dai carabinieri di Fossombrone (Pesaro Urbino) che hanno arrestato un 51enne responsabile di una serie di maltrattamenti nei confronti della moglie, affetta da un grave handicap, e dei figli. [...]
Come abbiamo visto anche la locuzione affetto da deficit è scorretta, perchè la persona ha (non è affetta da) un deficit. Inoltre l'articolo qui di seguito rafforza lo stereotipo che collega i problemi mentali con la violenza e la pericolosità sociale (su questo rimandiamo alla sezione Salute Mentale). In realtà pare evidente che un problema di disabilità intellettiva o relazionale è stata affrontata dal comune di Modica in termini di repressione e attraverso l'uso della forza pubblica, invece che con gli strumenti dell'assistenza sanitaria e sociale. Ma di questo non parla l'articolo di cronaca, limitandosi al racconto dei fatti dal punto di vista poliziesco e giudiziario. In un caso come questo, la nuda cronaca non è sufficiente per fornire un buon servizio ai lettori e andrebbe quantomeno affiancato il parere di un esperto.
Colpi di lucchetto, Di Mauro è affetto da deficit intellettivo
(testata online locale, 25 febbraio 2014)
Modica - Si trova ospite di una casa di riposo di Modica il 48enne Giuseppe Di Mauro, originario di Rosolini, arrestato nei giorni scorsi dalla polizia del Commissariato di Modica per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Si tratta dell’uomo affetto da deficit intellettivo che, vedendosi sfrattato da parte del Comune dalla propria abitazione per motivi di igiene e sanità pubblica e per l’incolumità pubblica, ha reagito prendendo a colpi di lucchetto in pieno volto il vigile urbano che gli stava notificando l’atto e lo invitava ad andare nella struttura ricettiva individuata dai Servizi sociali.