Protettore
Protettore è, nel gergo della prostituzione, la figura che controlla l’attività di una o più lavoratrici del sesso, profitta di una parte dei guadagni e offre in cambio alcuni “servizi”, direttamente o attraverso intermediari: il posto dove lavorare (anche il marciapiede ha un costo), l’alloggio, il trasporto ecc.
Nel passato questa figura è stata chiamata lenone, dal nome di un personaggio del commediografo latino Terenzio, oppure prosseneta, ruffiano, mezzano. Se donna, ruffiana, mezzana oppure maîtresse (tenutaria di una casa di tolleranza) al tempo delle case chiuse.
Protettore è un termine che – contenendo l’azione del proteggere – richiama l’ambigua relazione, spesso intrecciata a forme di coinvolgimento sentimentale, tra chi si prostituisce e il fidanzato/amante che vive alle sue spalle. Oggi che il mercato del sesso ha assunto dimensioni globali ed è spesso gestito da organizzazioni ramificate (spesso si parla di racket), non solo quest’immagine di prossenetismo “casalingo” è datata (per quanto ancora vastamente praticata), ma rischia di occultare il carattere asimmetrico e oppressivo della relazione, che è meglio definito da un’altra parola: sfruttamento sessuale.
Indurre un’altra persona al commercio sessuale e trarne profitto, in qualsiasi forma, ricade d’altronde sotto il reato di sfruttamento della prostituzione, codificato dalla Legge Merlin.
Inoltre, il termine protettore, che non ha un equivalente al femminile, non può descrivere i sistemi di controllo coercitivo del lavoro sessuale che fanno capo a donne, come quello nigeriano, dove le responsabili dello sfruttamento diretto delle ragazze sono donne, normalmente ex vittime a loro volta, chiamate maman; o come quello delle transessuali brasiliane, in cui operano le cafetinas, anche loro ex lavoratrici sessuali sfruttate.
Nel frammento d’articolo riportato di seguito il termine protettore è utilizzato nella narrazione di una storia di inganno, induzione alla prostituzione e sfruttamento. Tra virgolette è messa la parola fidanzato, mentre protettore è senza virgolette. In questo caso sarebbe stata senz’altro più adeguato sfruttatore:
Ha appena vent'anni. Bionda, carina, un volto dolce, è arrivata dalla Moldavia convinta che la sua vita sarebbe cambiata con un lavoro come cameriera, baby sitter. Ma il 'fidanzato' che l'ha portata a Firenze l'ha condotta sul marciapiede. Un'attività redditizia per il protettore ma non per la ragazzina che ogni notte doveva consegnare l'incasso. Poi è caduta in una retata della famosa 'operazione vie libere', che l'ha rispedita al suo paese insieme ad altre ragazze provenienti dai paesi dell'est.
(quotidiano nazionale, 12 luglio 2003)
Diverso l’effetto quando protettore è messo tra virgolette, ad indicare come si tratti di un termine tradizionale, utilizzato nel linguaggio comune e nell’ambiente del lavoro sessuale, a cui però non corrisponde una figura realmente protettiva ma un soggetto che sfrutta sessualmente le donne.
Gli sfruttatori non si fanno vedere, ma noi sappiamo che sono in zona, le tengono sotto controllo e hanno loro i documenti delle ragazze. Tutte pagano, per stare sulla strada: ogni metro di marciapiede è controllato da qualche "protettore", che spesso le sorveglia a distanza, attraverso il telefonino.
(quotidiano nazionale, 28 agosto 2005)
In questo estratto gli sfruttatori sono chiamati con il loro nome, e “protettori” solo per modo di dire.