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a cura di Redattore Sociale

Parlare civile

Comunicare senza discriminare

 

Xenofobia

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Parola correlate

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Rom e sinti

Xenofobia

Definizione

Paura e ostilità nei confronti degli stranieri. Per il vocabolario Treccani è " il sentimento di avversione generica e indiscriminata per gli stranieri e per ciò che è straniero, che si manifesta in atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi". Sempre secondo il dizionario, la xenofobia "si accompagna spesso a un atteggiamento di tipo nazionalistico, con la funzione di rafforzare il consenso verso i modelli sociali, politici e culturali del proprio paese attraverso il disprezzo per quelli dei paesi nemici, ed è perciò incoraggiata soprattutto dai regimi totalitari" 

Uso del termine

Nel settembre 2011 il Consiglio d'Europa ha espresso "preoccupazione" per il rispetto dei diritti umani nei confronti di rom e immigrati nel nostro Paese e in particolare per gli slogan razzisti dei politici. Il richiamo all'Italia è arrivato dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, ed è contenuto in un rapporto redatto dopo una precedente visita in Italia (26 e 27 maggio 2011). "Per l'Italia è arrivato il momento di sviluppare con vigore le disposizioni del codice penale relative ai reati di matrice razzista per arginare il continuo uso di slogan razzisti da parte dei politici".si legge nel rapporto. Slogan che prendono di mira migranti e rom. Sui casi di violenza contro i rom, commessi anche dalle forze dell'ordine, si evidenzia quanto sia "necessario migliorare la gestione dei reati di matrice razzista e combattere la cattiva condotta, a sfondo razziale, da parte della polizia". 


















 

(07 settembre 2011)

Esempi / Casi tratti da testate giornalistiche

Rinasce Stormfront, perquisizioni in tutta Italia. Trovato un arsenale, bandiere e volantini nazisti

(edizione online di un quotidiano nazionale,14 novembre 2013)

Non si erano fermati neanche di fronte alle perquisizioni, agli arresti e all'oscuramento del loro sito. Quando, nel novembre del 2012, quattro moderatori e “motori” del forum neonazista Stormfront sono finiti in manette, i loro sodali si sono ingegnati per continuare a diffondere le loro folli idee basate sull'odio razziale. Sullo stesso forum, anche se in Italia questo era stato oscurato. Usando alcuni espedienti informatici, hanno continuato a caricare video, vignette e post dal contenuto antisemita, xenofobo e anche omofobo.

La Polizia postale, coadiuvata dalla Digos, non li ha persi di vista un attimo e ha continuato a dare la caccia agli animatori del forum che erano sicuri di farla franca, sfruttando i cosiddetti “anonimizzatori”. Che, però, non sono bastati. L'operazione “Stormfront II” è scattata all'alba di questa mattina, in tutta Italia, e ha portato a 35 perquisizioni, residenti in 22 province italiane, tra cui Roma e Milano (ma anche Torino, Varese, Lecco, Mantova, Rovigo, Forlì, Potenza, Ragusa, Messina, Cosenza, Genova, L'Aquila, Teramo, Alessandria, Cremona, Sondrio, Salerno, Pistoia, Fermo e Viterbo). Le loro età variano dai 17 ai 51 anni: sono studenti, disoccupati e lavoratori. Alcuni anche con precedenti penali. Due avevano contatti con gli ambienti anarchici. Tutti sono accusati della diffusione sulla rete di idee fondate sull'odio razziale ed etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici. La stessa accusa per la quale sono finiti in carcere, a novembre del 2012, Daniele Scarpino, promotore dell'associazione e moderatore del forum Diego Masi e Luca Ciampaglia, moderatori, e Mirko Viola, utente del forum particolarmente attivo nella pubblicazione di post tematici.

NEL MIRINO. Insulti agli esponenti delle comunità ebraiche italiane – come Riccardo Pacifici, presidente di quella romana - ma anche Carla di Veroli, già assessore municipale alle Politiche culturali e oggi nello staff del sindaco, Ignazio Marino, lo scrittore Roberto Saviano, il sindaco di Lampedusa,Giuseppina Maria Nicolini, e il ministro dell'Integrazione, Cécile Kyenge. Le indagini della polizia hanno permesso di recuperare un video «dal contenuto evidentemente antisemita», denominato «Il nemico occulto - un documentario sulla questione ebraica», dagli «evidenti contenuti antisemiti che riproduce immagini finalizzate ad accusare gli ebrei della crisi economica mondiale, indicando alcuni di loro come titolari di ruoli apicali all'interno di banche ed altre istituzioni». Il video è ancora facilmente reperibile su Youtube.

L'ARSENALE. «Si tratta di un'organizzazione pericolosa sotto il profio ideologico e che trova radici in un'epoca storica che sembra apparentemente lontana. Dobbiamo fare i conti con l'estremismo ideologico che si muove in Europa», ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, nel corso della conferenza stampa sull'operazione congiunta della Digos e della polizia postale. “È impressionante leggere quello che scrivono questi soggetti”, ha aggiunto. Parole che, in alcuni casi, sarebbero anche potuti tradursi in fatti, a giudicare, ad esempio, dall'arsenale trovato in casa di B.S., 51enne di Mantova: l'uomo, che è stato arrestato, è stato trovato in possesso di 2 moschetti «94» completi di munizionamento, un involucro di bomba a mano, 7 baionette e una bandiera con svastica.

GLI EBREI. La Comunità Ebraica di Roma ha espresso «apprezzamento per il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell'ordine che in queste ore dimostrano, ancora una volta, di tenere alta l'attenzione su fenomeni criminali di stampo antisemita, razzista e xenofobo», ha detto l'assessore alle Relazioni Istituzionali della Comunità Ebraica di Roma, Ruben Della Rocca. «Ciò dimostra - ha aggiunto - che la battaglia contro l'odio on line va combattuta giorno dopo giorno, anche a seguito di soddisfacenti sentenze che avevano pochi mesi fa condannato proprio gli autori della sezione italiana del sito Stormfront. L'Italia non può distrarsi. Va poi la nostra solidarietà a chi, come Saviano, il sindaco di Lampedusa o Carla Di Veroli, vengono travolti insieme a tutti noi da accuse che ripercorrono le più classiche teorie antisemite. Ora confidiamo che anche questi criminali siano consegnati alla giustizia». «Un fatto particolarmente odioso e inquietante e sul quale è necessaria la massima vigilanza da parte di tutti a pochi mesi dal processo che ha condannato ideologi e fondatori di un sito specializzatosi nella diffusione di materiale razzista, xenofobo, antisemita», ha detto il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna commenta, in una nota, esprimendo «a nome di tutti gli ebrei italiani, un caloroso ringraziamento alle forze dell'ordine per la massiccia operazione di indagine svolta su tutto il territorio nazionale al fine di contrastare la rinascita del gruppo di estrema destra Stormfront».

IL PROCESSO. Il processo contro i moderatori di Stormfront si è concluso, ad aprile scorso, con 4 condanne. Il gup di Roma Carmine Castaldo a conclusione di un giudizio abbreviato in particolare ha condannato a 3 anni Scarpino, considerato ideologo del gruppo, a 2 anni e 6 mesi ciascuno Masi e Ciampaglia, e a 2 anni e 8 mesi Mirko Viola. Il giudice ha disposto per tutti gli arresti domiciliari, ma Viola è tornato in carcere per aver violato il divieto di comunicare attraverso la rete internet (e per aver inviato una cartolina minatoria a Pacifici). Contro di loro si erano costituiti parte civile numerosi esponenti della comunità ebraica, tra i quali Riccardo Pacifici, ma anche giornalisti. On line nei primi anni '90, Stormfront è un forum di discussione che, secondo la sentenza, prende di mira «gli ebrei, gli immigrati, gli omosessuali e incita alla supremazia della razza bianca e all'istigazione al razzismo e la negazionismo». In Italia viene alla ribalta per avere pubblicato una blacklist di ebrei italiani appartenenti al mondo della cultura, della politica, dell'informazione e della televisione. Nel dicembre del 2011 nella lista nera finirono, oltre a Pacifici, l'allora sindaco di Padova Flavio Zanonato, il presidente dell'Unione Musulmani d'Italia Adel Smith, monsignor Cesare Nosiglia, il pm di Torino Laura Longo e i giornalisti Gad Lerner e Maurizio Costanzo

 

Frasi choc:: «Questi rom mi fanno vomitare»

Il post di Vittorio Aliprandi, consigliere comunale di Padova di una lista civica vicina al PdL, sulle pagine Facebook. E scoppia la bufera.

(edizione online di un quotidiano nazionale,2 dicembre 2010)

"Sti rom mi fanno proprio vomitare, quando vedo quello che fa lo storpio e che in stazione cammina normalmente vorrei prenderlo a calci". A Padova è bufera su questa frase postata ieri su Facebook dal consigliere comunale Vittorio Aliprandi, capogruppo di 'Per Padova con Marco Marin' (centrodestra). Il post ha fatto rapidamente il giro del web e ha causato una bufera politica. Questa mattina, quando la polemica era già partita, sempre su FB Aliprandi ha precisato: "Sempre polemiche ma che palle, ma a uno non possono dar fastidio i rom? dobbiamo integrarci noi fargli le case mantenerli. Questi non vogliono inetegrarsi rubano come attività principale fanno figli a nastro. E nessuno di loro vuol lavorare e noi dobbiamo farci un culo cosi pagare tasse assurde. Se vogliono fare i nomadi...che vadano in campeggio come facciamo noi, che si adeguino alle nostre regole". Sulla bacheca il consigliere comunale ha anche pubblicato link a siti dell'estrema destra romena, che con tanto di braccia tese e croci celtiche precisano che "i rom non sono romeni" e "zingari (rom) e romeni sono due popoli dissimili".  

 

I Rom peggio degli extracomunitari "Sono un pericolo. Via i campi"

Un sondaggio dell'Ipr Marketing svela una forte avversione verso gli immigrati Per il 70% degli intervistati il problema è una priorità da risolvere con l'espulsione Inquietanti risultati: cresce l'intolleranza per gli stranieri nel nostro Paese

(edizione online di un quotidiano nazionale,15 maggio 2008)

 

ROMA - Gli italiani non li vogliono. I Rom fanno paura. La maggioranza ammette che i nomadi costituiscono un problema, molto più degli extracomunitari. Il sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it mostra che tra gli italiani si sta sviluppando un forte sentimento negativo nei confronti degli immigrati, anche se l'avversione verso i rom è maggiore. La rivolta contro i campi nomadi a Napoli, le spranghe e le molotov lanciate sugli insediamenti campani, sembra abbiano radici profonde nell'Italia tutta, dal Nord al Sud. 

Lo sgombero di cinquecento nomadi dai campi napoletani; i massicci controllinegli insediamenti romani; il blitz contro gli immigrati con centinaia di arresti e l'istituzione di commissari straordinari per il problema nomadi; il "pacchetto sicurezza" che presto il governo applicherà, sembrano trovare ragione nel sentimento comune che emerge dal sondaggio: il problema dei Rom e degli immigrati è una priorità per il 70% degli italiani. I "diversi" fanno paura. Almeno tre intervistati su dieci temono i nomadi, il doppio di coloro che sono spaventati dagli extracomunitari. E vorrebbero che lo Stato li cacciasse, e li riaccompagnasse al confine con un foglio di via. Sono indesiderati per il 68% degli italiani. Gli intervistati non hanno fiducia nelle politiche di integrazione sociale dei nomadi: la percentuale non sale oltre il 27%. Quello che chiedono gli italiani è smantellare al più presto i campi nomadi ed espatriare più Rom possibile, mentre i mille italiani intervistati mostrano più tolleranza verso gli extracomunitari. La percentuale che vorrebbe espellere gli immigrati senza lavoro è solo il 52%, ma coloro che sceglierebbero l'emigrazione di massa dei nomadi è un terzo di più.

 

“Mi impegnerò contro Pisapia, perché rischia di trasformare Milano in una zingaropoli”
 
“Milano non può alla vigilia dell’Expo 2015 diventare una città islamica, una zingaropoli piena di campi rom e assediata dagli stranieri”  

 

(Umberto Bossi, 19 maggio 2011)

(Silvio Berlusconi, 20 maggio 2011)

 Dopo un ricorso dell'associazione Naga, con una sentenza del 24 maggio 2012, il tribunale di Milano ha riconosciuto il carattere discriminatorio dell'espressione "Zingaropoli" e ha  condannato i due partiti Pdl e Lega Nord che l'hanno usata nella campagna elettorale. Ecco come i giudici motivano la decisione: 

"Zingaro" è un termine generico usato per indicare un insieme di diverse etnie - rom e sinti - originariamente nomadi. Nell'uso corrente la parola viene spesso utilizzata con valenza negativa per intendere - con riferimento alla vita nomade di tali popolazioni - persona trascurata, senza dimora, in condizioni di scarsa igiene, che trae sostentamento da attività illecite. Il neologismo zingaropoli, adottato quale slogan durante la campagna elettorale dei due partiti ha valenza chiaramente dispregiativa, in quanto i gruppi etnici zingari (rom e sinti) vengono utilizzati come emblema di negatività e pericolo da rifuggire. L'espressione "zingaropoli" recupera il significato più deteriore e dispregiativo del termine zingaro e lo riferisce indifferentemente ai due gruppi etnici rom e sinti, veicolando l'idea negativa che le comunità rom e sinti costituiscano una minaccia in quanto tali. Emerge con chiarezza la valenza gravemente offensiva e umiliante di tale espressione che ha l'effetto non solo di violare la dignità dei gruppi etnici rom e sinti, ma altresì di favorire un clima intimidatorio nei loro confronti.

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