Se i cittadini romeni residenti in Italia sono quasi un milione, sulle homepage finiscono solo i pochi che delinquono.
CERVETERI Violentata da un ubriaco nella casa diroccata in cui viveva con il compagno
L'aggressore di nazionalità romena ha fatto irruzione nell'abitazione, picchiato e cacciato l'uomo. E' stato arrestato
(testata online locale di un quotidiano nazionale, 11 marzo 2012)
ROMA - E' entrato in una casa diroccata a Cerveteri vicino Roma, e ha stuprato una donna italiana di 36 anni: un cittadino romeno è stato arrestato dai carabinieri. La scorsa notte l'aggressore, ubriaco, è entrato nell'abitazione, fatiscente, dove la vittima viveva con il compagno, di nazionalità bulgaro, ha picchiato l'uomo e violentato la donna. A dare l'allarme ai carabinieri, il compagno della vittima e i militari, poco dopo hanno arrestato il romeno.
Calabria: romeno arrestato per tentato omicidio
(edizione online di testata nazionale, 5 aprile 2010)
In questo terzo esempio, invece, vediamo come nel titolo si parli con certezza di rapinatori romeni, mentre leggendo l’articolo apprendiamo che gli unici arrestati sono due italiani e una donna russa. Negli altri episodi della serie ‘furti in villa’ che tanto allarme destano nell’opinione pubblica, la provenienza dei ladri non è stata accertata. Ma il giornalista identifica “quattro romeni armati ed incappucciati” come gli autori di queste gesta criminali, pur non avendo prove.
CRIMINALITÀ A ROCCA DI PAPA IMPRENDITORE SEQUESTRATO CON LA FAMIGLIA DA QUATTRO ROMENI ARMATI E INCAPPUCCIATI
Banditi assaltano tre ville, è allarme
(quotidiano nazionale, 2 dicembre 2010 )[1]
Tre assalti nelle ultime ore. Ladri in azione, con irruzione notturne e gravi rischi per chi è all' interno delle abitazioni, sull' Appia Pignatelli e a Tor San Lorenzo. E rapinatori romeni dai modi spicci e senza scrupoli in un' altra villa a Rocca di Papa. È psicosi, ormai, tra i proprietari e l' allarme è altissimo tra i residenti fuori dal centro storico di Roma, dove approfittando del buio e della scarsa sorveglianza i colpi si susseguono.
Dopo questo lead, l’articolo descrive prima la rapina nella villa sull’Appia, affermando:
Non viene esclusa alcuna ipotesi sulla provenienza dei banditi: potrebbero essere originari dell' Est europeo.
Successivamente apprendiamo che a Tor San Lorenzo, invece, i carabinieri hanno arrestato tre ladri d' appartamento nel complesso residenziale «Lupetta». Si tratta una ragazza russa di 19 anni, e di due complici italiani di 25 e 17, sorpresi a forzare la porta di una villetta. La giovane faceva da palo agli altri due suonando il clacson dell' auto all' arrivo dei militari dell' Arma. Sulla vettura, risultata rubata, è stata trovata la refurtiva di un precedente furto.
Ultimo episodio. A Rocca di Papa, in via San Sebastiano, alle due di martedì notte, il titolare di alcune ditte di pulizia, 45 anni, è stato aggredito in casa da 4 romeni incappucciati armati di pistola e arnesi da scasso, entrati dopo nella villetta dopo aver divelto una grata. In casa, con lui, la moglie e i due figli. Scoperti, i rapinatori hanno minacciato tutti: volevano sapere dove era la cassaforte ma poi hanno preso 14 mila euro e qualche gioiello. L' imprenditore è stato spintonato, alla moglie non hanno fatto niente. Ma sono stati attimi di terrore.
[1] Esempio tratto dal database online di “Cronache di ordinario razzismo”.
L’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (Unar) ha chiesto spiegazioni alla testata che ha pubblicato l’articolo: “Si ritiene che l’attribuzione di fatti di rilevanza penale in modo indiscriminato ad una etnia, sembra senza un adeguato supporto probatorio, susciti forti perplessità non corrispondendo ad un modello di informazione equilibrata e non contribuisca a stemperare quel clima di tensione che purtroppo, in alcune realtà locali, caratterizza i rapporti tra popolazione italiana e le comunità straniere”.
In questo caso che riprendiamo da ‘Occhio ai media’, invece non viene data la stessa enfasi al fatto che la vittima innocente di un agguato di camorristi sia un romeno.
Camorra, morte in diretta di una vittima innocente
(testata locale di un quotidiano nazionale, 16 giugno 2009)
Nel cuore della città, a Montesanto, un passo dai Quartieri Spagnoli. I killer della camorra sfrecciano sulle moto sparando all'impazzata. E' il loro modo di marcare il territorio, di fare capire che lì comandano loro. Incuranti della folla che a quell'ora affolla la stazione Cumana, esplodono una serie di proiettili. La gente, anziani, donne, bimbi, ripara all'interno della Cumana, terrorizzata. Tra i fuggiaschi ci sono anche un uomo e la sua donna. Lui si chiama Petru Birlandeanu, romeno che sbarca il lunario suonando la fisarmonica sui treni. Arranca, un proiettile lo ha colpito, sta morendo. Lo sorregge vanamente la sua compagna. Cade senza forze davanti ad altri che sembrano interessati soltanto a obliterare i biglietti e fuggire da lì. Petru muore e la sua donna si dispera. Sola, solissima, in attesa di qualcuno che soccorra Petru, l'ultima vittima innocente della camorra. Il raid viene ripreso da tre telecamere presenti nella zona e ora fa parte del fascicolo della magistratura che indaga sul delitto.
Anche in questo grave caso di cronaca, la nazionalità della vittima scompare dal titolo e dal richiamo in homepage. Ciò è scorretto soprattuto perché il fatto di essere straniera è decisivo nella vicenda che ha portato la donna di cui si parla a uccidersi: infatti era stata trattenuta in commissariato proprio perché immigrata.
Homepage:
TRIESTE Morte nel 'commissariato degli orrori' A casa vicequestore delle polemiche
CRONACHE - Baffi, indagato per omicidio e sequestro, è in congedo: dopo che una donna trattenuta senza motivo si è suicidata. La magistratura: altri cinquanta casi di fermi «sospetti»
Articolo:
TRIESTE - A CASA DEL FUNZIONARIO LIBRI ANTISEMITI
Suicidio nel «commissariato degli orrori» Cacciato il vicequestore delle polemiche
(testata nazionale online, 17 maggio 2012)
Carlo Baffi indagato per omicidio colposo e sequestro di persona dopo la morte per impiccagione di una donna
MILANO - L'hanno soprannominato il «Commissariato degli orrori». Dove, secondo l'accusa, un funzionario con nostalgie mussoliniane agiva indisturbato, ritenendo le norme sull'immigrazione «troppo morbide», tanto da trattenere gli stranieri, affermano i magistrati inquirenti, «senza titolo». Una linea dura, confermata dalla presenza nella sua tanto di un cartello fin troppo esplicito: «ufficio epurazione». E a fianco una foto di Benito Mussolini. In quel commissariato è morta una donna ucraina di 32 anni. Si è suicidata davanti alle telecamere di sicurezza. Carlo Baffi, vicequestore a Villa Opicina di Trieste, è indagato per omicidio colposo e sequestro di persona. E, dopo diverse pressioni di una parte dell'opinione pubblica, è stato messo «in congedo». […]
Va poi ricordato anche il caso televisivo che riguarda un noto commentatore tv il quale, al termine di una partita di calcio, il 25 ottobre 2010 con una frase ha scatenato la reazione indignata della comunità serba. Esaminando davanti alle telecamere la simulazione del calciatore juventino Milos Krasic, il giornalista si è lasciato sfuggire la considerazione “Krasic è solo un serbo” ed è stato accusato di essere razzista. Prontamente, il volto televisivo si è scusato con tutto il popolo serbo e con quanti si sono sentiti offesi, spiegando così il senso delle sue parole:
“Prima della partita in studio alcuni miei colleghi dicevano che Krasic è propenso a lasciarsi cadere facilmente, simulando. Io invece tentavo di difenderlo, dicendo che per me era un ragazzo serio. A fatto avvenuto, tutti mi hanno preso in giro. E’ quindi partita la battuta: Pensavo fosse serio invece è solo serbo. E’ stato semplicemente un gioco di parole, venuto male. Era un’allusione ai miei colleghi, ma non volevo assolutamente dire qualcosa di razzista”.